Naso che cola, mal di gola e prime influenze: con l’arrivo dei primi freddi e dell’inverno, soprattutto dopo sbalzi di temperature come quelli degli ultimi mesi, aumentano le possibilità di ammalarsi e infiammare quelle che per gli specialisti sono “le vie aeree superiori”.
Ne ha parlato in un’intervista il Prof. Giuseppe Spriano, Responsabile di Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Humanitas.
“Nei mesi invernali ci si ammala ovviamente di più, pensate che il 75% delle prescrizioni mediche vengono fatte proprio per le vie aeree superiori”, ha spiegato il professore. I pazienti lamentano in particolare “influenza, raffreddori, mal di gola e in casi più gravi anche sinusiti, otiti fino a complicanze maggiori a livello polmonare e bronchiali”.
Le cause e il contagio
“Un tempo si pensava che ci si ammalasse perché troppo esposti al freddo. Non è così: al contrario, ci si ammala di più inverno perché passiamo più tempo al chiuso”, ha spiegato Spriano. “Si rimane più tempo in casa o in ufficio, mentre i bambini vivono meno all’aria aperta e durante l’orario scolastico rimangono in classe. Situazioni in cui sono maggiori le possibilità di contagio”.
La trasmissione di infezioni virali, infatti, avviene “attraverso delle piccolissime goccioline contenute nell’aria che esce dai polmoni di pazienti malati, che vengono inalati da soggetti sani e così si ammalano”, ha spiegato il professore.
Primi sintomi: i consigli degli esperti
Niente medicine fai-da-te: assumere antibiotici senza il consulto del medico “è un errore grossolano che può avere effetti anche drammatici”, ha messo in guardia il professor Spriano.
Considerato che l’80% delle infezione alle vie respiratorie sono di “origine virale, l’antibiotico non funziona”. “Assistiamo ad un abuso eccessivo, spesso i pazienti lo prendono da soli e sbagliano la dose, la durata, i giorni e l’orario: un atteggiamento sbagliato che porta, a lungo andare, alla resistenza al farmaco”. “Un vero dramma” secondo il professore che spesso viene sottovalutato ma che secondo le stime “porterebbe al 2050 ad un aumento della resistenza antibiotica di 13 volte, che diventerà la prima causa di morte, addirittura superiore ai tumori”.
Il responsabile di Otorinolaringoiatria consiglia quindi di prendere antibiotici soltanto dopo una consulenza medica e solo in caso, ad esempio, di infezioni batteriche come la tonsillite con placche nei bambini, o nei casi di broncopolmoniti in persone anziane. In tutti gli altri casi, come mal di gola o raffreddori basteranno farmaci antipiretici, mucolitici o fluidificanti.
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