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Prevenzione del tumore al polmone: la diretta Facebook con la dottoressa Giulia Veronesi e Marco Bianchi

“Prevenzione del tumore al polmone”: questo il tema al centro della diretta Facebook di Humanitas di lunedì 11 dicembre, con la dottoressa Giulia Veronesi, Responsabile della sezione di Chirurgia Robotica nell’ambito della Chirurgia Toracica, e Marco Bianchi, divulgatore scientifico della Fondazione Veronesi.

Diversi i temi al centro della diretta: l’importanza di smettere di fumare e di rivolgersi a un Centro antifumo, lo screening e la diagnosi precoce del tumore al polmone, le opzioni di trattamento per il tumore al polmone e la chirurgia robotica.

Smettere di fumare

“Le modalità per smettere di fumare sono diverse, però chi ha già provato da solo senza riuscirci è bene si rivolga a un Centro antifumo; ce ne sono parecchi distribuiti su tutto il territorio nazionale ed è possibile consultarne l’elenco sul sito del Ministero della Salute o dell’Istituto Superiore di Sanità. Essere determinati e farsi seguire da uno specialista sono due fattori importanti in questo percorso. Ci sono sia terapie psicologico-comportamentali sia terapie farmacologiche che consentono di aiutare chi vuole smettere di fumare. I risultati che si possono ottenere sono piuttosto buoni, disponiamo di farmaci che aiutano a eliminare l’assuefazione e a sviluppare quasi un rifiuto verso le sigarette, come la Citisina, quindi il consiglio è di seguire questa procedura standardizzata, validata nell’ambito di Linee guida internazionali. Anche Humanitas, come gli altri istituti oncologici, ha un proprio Centro antifumo a cui si accede con impegnativa SSN”, ha spiegato la dottoressa Veronesi.

Sebbene moltissimi fumatori tentino di smettere di fumare, sono ancora troppo pochi quelli che si rivolgono a un Centro antifumo, ma è necessario farsi aiutare: “Il fumo è considerato una dipendenza vera e propria, pertanto va affrontato in modo serio con l’aiuto degli specialisti”, ha aggiunto.

Tumore al polmone: screening e diagnosi precoce

“I forti fumatori con un’età superiore ai 50-55 anni sono considerati ad aumentato rischio per il tumore al polmone. La raccomandazione principale di quasi tutte le Società Scientifiche Internazionali, oltre a smettere di fumare, è quella di sottoporsi a una TC del torace a basso dosaggio, sia nei fumatori sia negli ex fumatori. È un esame semplice, veloce, poco invasivo, senza contrasto, che prevede l’utilizzo di pochissime radiazioni e che permette di individuare tumori al polmone allo stadio iniziale. Questo consente, anticipando la diagnosi, di offrire possibilità concrete di cura e di terapia.

Ci battiamo da anni affinché la TC del torace a basso dosaggio diventi uno screening alla pari degli altri screening oncologici (per esempio mammella e cervice uterina), ma a oggi in tutta Europa lo screening del tumore al polmone non è ancora raccomandato ufficialmente e non è supportato dai Sistemi Sanitari Nazionali. Ci sono però grossi passi avanti, per esempio negli Stati Uniti già da 4 anni è possibile, con il rimborso o del sistema pubblico o delle assicurazioni, fare una TC di screening in assenza di sintomi. In Italia e in Europa confidiamo possa succedere al massimo in uno o due anni, perché sono in corso i lavori della Commissione Europea per stabilire queste raccomandazioni a livello degli Stati membri. Nell’attesa, consigliamo di rivolgersi a un centro con esperienza per la prevenzione del tumore al polmone dove sono attivi programmi specifici per i forti fumatori”, ha sottolineato la dottoressa Veronesi.

Ci sono altre alternative all’intervento chirurgico?

“Dipende molto dallo stadio di malattia; quando individuiamo il tumore con lo screening, nell’80% dei casi lo stadio è precoce e l’indicazione principale è quella chirurgica. A oggi però disponiamo di una chirurgia molto meno invasiva rispetto al passato, che non deve più fare paura perché l’intervento è mininvasivo, non richiede il taglio chirurgico e il ricovero è breve. Le alternative alla chirurgia sono utili nei soggetti con funzione respiratoria o cardiaca inadeguata per i quali possiamo offrire la radioterapia stereotassica che ha risultati molto promettenti; se invece la malattia è più avanzata, in genere si passa al trattamento chemioterapico sia radioterapico, combinato. Nell’ambito delle innovazioni per i tumori allo stadio avanzato ci sono poi le terapie molecolari e l’immunoterapia”, ha precisato la specialista.

La chirurgia robotica

“Negli ultimi dieci anni ha preso sempre più piede la tecnologia robotica, una strumentazione molto sofisticata e molto innovativa che permette di eseguire la chirurgia mininvasiva (una volta videotoracoscopica manuale), guidando degli appositi strumenti da una consolle, inseriti attraverso piccoli fori nel torace, con risultati molto promettenti. Ormai trattiamo quasi tutti i nostri pazienti con questa metodologia e riusciamo a fare lo stesso tipo di operazione che si esegue a torace aperto, mantenendo però la mininvasività”, ha concluso la dottoressa Veronesi.

 

Guarda la diretta con la dottoressa Giulia Veronesi e Marco Bianchi:

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