Si è svolta lo scorso 16 marzo presso Palazzo Montecitorio, Camera dei Deputati, Sala della Regina, la cerimonia conclusiva del Premio Sapio per la ricerca e l’innovazione – XV edizione. Un’occasione preziosa per celebrare il valore della ricerca e per esaltare le esperienze dei ricercatori nel progresso scientifico, con una particolare attenzione alla ricerca al femminile. All’interno di uno spazio speciale dedicato alla presenza femminile nella scienza e al ruolo che le donne svolgono per il progresso scientifico, è stata premiata anche la professoressa Michela Matteoli, Direttore Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Direttore del programma di Neuroscienze presso Humanitas.
Le motivazioni del premio
La professoressa Matteoli è stata postdoctoral fellow presso la School of Medicine dell’Università di Yale e ha ricoperto il ruolo di visiting scientist presso la School of Medicine dell’Università della Virginia, nel Dipartimento di Neuroscienze. È nota a livello internazionale per il suo lavoro nel settore delle neuroscienze e in particolare delle patologie sinaptiche. Ha ricevuto il premio annuale “2013 Nature Award for Mentoring in Science” per aver ispirato una generazione di giovani scienziati dalla rivista Nature, una delle più importanti del settore a livello internazionale.
Il ruolo delle sinapsi
Le sinapsi sono strutture cerebrali fondamentali che mediano il trasferimento di informazioni tra le cellule nervose. La trasmissione del segnale e l’elaborazione delle informazioni a livello delle sinapsi controllano tutte le funzioni del corpo e tutti gli aspetti cognitivi, tra cui la percezione, l’attenzione, l’apprendimento, il processo decisionale e l’umore. Da diversi anni è stato riconosciuto che molti disturbi psichiatrici e neurodegenerativi quali la schizofrenia, l’autismo e persino il morbo di Alzheimer, sono sinaptopatie, cioè condizioni patologiche dovute a un cattivo funzionamento delle vie molecolari operanti alla sinapsi. All’interno di questo quadro stanno inoltre emergendo sempre più chiaramente evidenze che indicano come l’infiammazione possa contribuire a questi processi, modificando il rischio e la gravità di molteplici malattie del cervello.
Lo studio della professoressa Matteoli
“Il nostro laboratorio sta affrontando questi problemi utilizzando modelli di sinaptopatie e modelli di disfunzione del sistema immunitario. Approcci molecolari, elettrofisiologici e comportamentali vengono utilizzati per studiare le interazioni cellula-cellula nel cervello, al fine di definire se l’infiammazione possa influenzare la formazione delle sinapsi e i processi di plasticità sinaptica, cioè i processi che sono alla base dell’apprendimento e della memoria. In particolare vogliamo capire se un’attivazione del sistema immunitario, in fase prenatale oppure durante lo sviluppo postnatale, impatti negativamente la rete delle proteine che operano a livello delle sinapsi, aumentando la suscettibilità a processi patologici. L’obiettivo finale della nostra ricerca è quello di identificare nuovi bersagli cellulari e molecolari per lo sviluppo di farmaci per combattere questi disturbi”, spiega la professoressa Matteoli.
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