In occasione del Convegno mondiale di Immunologia, tenutosi in Humanitas a fine settembre, il prof. Alberto Mantovani, Direttore scientifico di Humanitas ha avuto l’occasione di incontrare il premio Nobel per la Medicina Jules Hoffman, con il quale ha parlato dell’esperienza lavorativa nel campo della ricerca.
Il Nobel Hoffman racconta come all’inizio la sua ricerca è stata motivata dalla curiosità di capire quale fosse il meccanismo di difesa presente negli insetti. Lavorando sui moscerini della frutta, Hoffman scoprì un gene chiamato Toll (che in tedesco significa “straordinario”) fondamentale per la risposta immunitaria. Uno dei Toll nel moscerino è infatti il sensore che capta la presenza di microbi nocivi nell’organismo, attivando la risposta immunitaria innata.
Alla fine degli anni 2000, sistemi simili sono stati trovati nei mammiferi, inclusi gli esseri umani, che hanno sviluppato queste capacità immunitarie miliardi di anni fa per combattere le infezioni.
Il 95% di tutte le specie viventi presenti utilizzano il sistema immunitario come arma contro i microbi ed è solo quando questi riescono a superare la barriera delle difese naturali che si sviluppa una patologia nell’organismo.
Jules Hoffman rivela inoltre che, all’inizio delle ricerche, nessuno di loro poteva pensare che quanto studiato sugli insetti potesse avere valore rilevante per lo studio e lo sviluppo delle scienze applicate agli esseri umani.
Le ricerche di Hoffmann hanno in un certo senso rivoluzionato la comprensione del sistema immunitario, spostando l’attenzione degli studiosi sulla parte più primitiva delle nostre difese (l’immunità innata), capace di far partire ed orientare non solo la risposta infiammatoria ma anche la parte più specifica dell’immunità, detta adattativa.
Ma quali sono i consigli di un Nobel ai neostudenti di Humanitas University e medici e ricercatori del futuro? Lo scienziato ha affermato l’importanza di essere open minded: bisogna interessarsi anche ad altri campi di studio che possono sicuramente aiutare, se non far evolvere, il proprio lavoro.
È indispensabile mantenere viva la curiosità e interessi quali l’arte e la letteratura, senza dimenticarsi che il duro lavoro è ciò che porta a risultati soddisfacenti.
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