La malattia di Parkinson è una condizione neurologica comune che si verifica quando la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore cruciale per la regolazione di diverse funzioni dell’organismo, tra cui il controllo del movimento, il comportamento, l’umore e il sonno, diminuisce significativamente a causa della degenerazione dei neuroni nella “sostanza nera” del cervello.
Il Parkinson è il più frequente tra i cosiddetti disordini del movimento ed è la malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer. L’esordio tipico è dopo i 65 anni di età, ma sono in aumento i casi tra le persone intorno ai 40 anni.
Quali sono i sintomi del Parkinson e come si diagnostica? Ne parliamo con il professor Alberto Albanese, Responsabile dell’Unità di Neurologia I in Humanitas e Presidente dell’International Association of Parkinsonism and Related Disorders.
Parkinson: i sintomi iniziali
Il tremore a riposo tipico associato al Parkinson non è l’unico segno da tenere in considerazione, specialmente perché potrebbe presentarsi più avanti, quando la malattia è già avanzata.
Il Parkinson potrebbe manifestarsi con sintomi aspecifici, che possono essere ritenuti segnali precoci. Ne sono un esempio:
- perdita di espressività facciale, dove il viso fatica a riflettere le emozioni e i sentimenti
- modifica nel tono della voce, che diventa più debole e meno intensa, con possibili confusioni nelle parole
- lentezza nel parlare
- riduzione del senso dell’olfatto
- lentezza nei movimenti automatici (bradicinesia)
- stati di indifferenza emotiva, con episodi di apatia, depressione, umore instabile e cambiamenti nella personalità
- instabilità posturale (perdita di equilibrio, che può poi manifestarsi in andatura impacciata e postura curva)
- ipotensione (pressione bassa) e stipsi ostinata (stitichezza)
Parkinson: come si diagnostica?
Il neurologo per la diagnosi clinica valuta:
- la storia clinica e familiare del paziente
- la presenza di sintomi e segni neurologici.
Potrebbe inoltre richiedere l’esecuzione di esami quali:
- Risonanza magnetica nucleare ad alto campo
- SPECT DATscan
- PET cerebrale
- scintigrafia del miocardio
- test neurofisiologici del sistema nervoso autonomo.
Quali cure per il Parkinson?
Il Parkinson è una malattia progressiva e pertanto con il passare del tempo potrebbe peggiorare.
A oggi non esiste una cura, ma il trattamento farmacologico, la chirurgia e la gestione multidisciplinare alleviano i sintomi. Tra i principali farmaci troviamo la levodopa (in genere in combinazione con un inibitore della dopa-decarbossilasi e un inibitore delle COMT), gli agonisti della dopamina e gli inibitori MAO-B (Inibitore della monoamino ossidasi).
Il Congresso nazionale 2024
Si terrà a Milano dal 10 al 12 Aprile, in concomitanza con la Giornata Mondiale del Parkinson, il decimo Congresso della Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento/LIMPE-DISMOV ETS, a presiedere il congresso il professor Alberto Albanese.
Il programma prevede argomenti di rilievo clinico e traslazionale come le demenze, i disturbi funzionali, le alterazioni psichiche e comportamentali nel Parkinson, i disturbi del movimento nelle malattie internistiche. Vi sarà inoltre una Sessione Internazionale dedicata alla patogenesi e alla terapia e vi sarà l’offerta di corsi di formazione dedicati a infermieri, psicologi, fisioterapisti e logopedisti, per assicurare ai pazienti una presa in carico sempre più globale e personalizzata.
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