Humanitas aderisce alla Giornata Nazionale del Parkinson. Sabato 28 novembre dalle 9 alle 13 gli specialisti dell’ospedale risponderanno alle domande dei pazienti e dei loro familiari sulle attività assistenziali e di ricerca sul Parkinson, malattia neurodegenerativa che colpisce in Italia 300mila persone.
Quali iniziative sono in programma in Humanitas?
Humanitas sostiene l’iniziativa “Pro-Muovi-Amo la Ricerca”, organizzata da Limpe, Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze e da Dismov-Sin, Associazione italiana disordini del movimento e malattia di Parkinson, in occasione della Giornata Nazionale del Parkinson, in programma sabato 28 novembre. Dalle 9 alle 13.00 presso la sala B dell’Auditorium dell’ospedale (via Manzoni, 56 Rozzano) gli specialisti che si occupano dei diversi aspetti della gestione della malattia del Parkinson (fisiatra, internista, neurologo, neuroradiologo, neurochirurgo e psicologo) saranno a disposizione dei pazienti e dei loro familiari per rispondere alle domande e illustrare attività assistenziali e di ricerca.
Parkinson, chi è più a rischio
La malattia di Parkinson colpisce in Italia 300mila persone e ne interessa indirettamente un numero di gran lunga maggiore se si considerano familiari e caregiver. Associata nell’immaginario collettivo alla terza età, la malattia di Parkinson in un 1 caso su 5 si manifesta sotto i 50 anni, e in 1 su 10 sotto i 40. “L’abbassamento dell’età media nella diagnosi della malattia di Parkinson – spiega il prof. Alberto Albanese, responsabile di Neurologia di Humanitas – è dovuto al fatto che i medici oggi sono generalmente più sensibili ai sintomi che possono portare a sospetto di Parkinson in età giovanile. Grazie a questa attenzione, la malattia può essere diagnosticata precocemente”.
Parkinson, quali prospettive terapeutiche?
Negli ultimi anni la ricerca si è dedicata a settori quali le terapie del Parkinson e la prevenzione, inclusa la possibile messa a punto di un vaccino, un concentrato di anticorpi che hanno come obiettivo le proteine che si accumulano nei neuroni, tratto comune al Parkinson e a molte altre malattie neurogenerative.
Sebbene esistano diverse terapie per trattare i sintomi del Parkinson, altrettanto non si può dire per quelle preventive, destinate ai soggetti a rischio perché predisposti, e curative.
Al momento ci sono solo indicazioni che la ricerca sta approfondendo con un discreto margine di successo. Ad esempio, la cosiddetta “neuroprotezione”: diversi studi stanno testando farmaci che modificano il processo morboso della malattia.
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