L’orticaria è una condizione cutanea caratterizzata dalla comparsa di pomfi, ovvero chiazze rosa pallido leggermente sollevate sulla pelle, pruriginose e con margini più o meno irregolari e dimensioni variabili.
Quali sono le cause dell’orticaria e con quali sintomi si manifesta? Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Maria Rita Messina, allergologa presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presso gli ambulatori Humanitas Medical Care.
Orticaria: quali sono le cause?
Le cause dell’orticaria possono essere diverse, tra cui allergie ad alimenti, farmaci o punture di insetti. Tuttavia, spesso l’orticaria non è causata da allergie, ma da infezioni di natura virale, batterica o parassitaria.
Altre cause non allergiche dell’orticaria possono includere stimoli fisici esterni come attrito o pressione sulla pelle, contatto con l’acqua, freddo, esposizione alla luce solare, l’esercizio fisico.
Infine, in molti casi di orticaria, non è possibile identificare una causa evidente (forma idiopatica o spontanea).
Orticaria, quali sono i sintomi?
L’orticaria si manifesta con la rapida comparsa di pomfi, chiazze pruriginose di colore rosa pallido leggermente sollevate sulla pelle, dai margini più o meno irregolari e di grandezza variabile. I pomfi sono fugaci, possono scomparire entro poche ore dalla loro comparsa senza lasciare tracce e poi ripresentarsi in altre parti del corpo.
I pomfi possono accompagnarsi a gonfiore del volto, delle mani e dei piedi, per via dell’accumulo di liquidi nei tessuti più profondi della pelle (derma e sottocute), fenomeno noto come angioedema.
Quando i sintomi dell’orticaria si manifestano poco dopo l’assunzione di un alimento, un farmaco o una puntura di insetto (come api, vespe o calabroni), bisogna sospettare un’allergia come causa. Episodi isolati di orticaria sono comuni e si definiscono come orticaria acuta, se durano meno di sei settimane. Se l’orticaria invece persiste oltre le sei settimane, viene considerata come orticaria cronica.
In presenza di pomfi è consigliabile scattare delle fotografie così da mostrarle all’allergologo e aiutare così la diagnosi, visto che al momento della visita le lesioni potrebbero essere scomparse.
È consigliabile consultare tempestivamente uno specialista allergologo, che, valutando la storia clinica del paziente, determinerà se è necessario un ulteriore approfondimento diagnostico.
Orticaria, gli esami per la diagnosi
Nei casi in cui si sospetta un’allergia come causa dell’orticaria, ad esempio un’allergia alimentare, è consigliato eseguire i test cutanei (prick test), che rappresentano il primo livello di indagine diagnostica allergologica. Tuttavia, è importante ricordare che i prick test sono controindicati durante un episodio di orticaria, poiché i pomfi e il prurito già presenti e/o la reattività della pelle (dermografismo) potrebbero causare risultati falsamente positivi. Allo stesso modo, i test cutanei devono essere rinviati nei pazienti che stanno assumendo terapia antistaminica (sospensione almeno 7 giorni prima del test), poiché questa può mascherare eventuali positività (falsi negativi).
Nei pazienti in cui non è possibile eseguire i test cutanei, l’allergologo può richiedere un prelievo di sangue per dosare gli anticorpi coinvolti nelle reazioni allergiche (immunoglobuline E o IgE), specifici per determinati allergeni.
Nei casi di incertezza o complicazioni, l’Alex test risulta molto utile. Questo test consente di misurare, in un solo prelievo di sangue, quasi trecento componenti allergeniche e proteine specifiche, aiutando a comprendere quali allergeni siano correlati all’insorgenza dei sintomi del paziente.
Se l’allergologo ritiene invece che l’orticaria non abbia una causa allergica, prescriverà specifici esami per individuare altre possibili cause.
Orticaria, come curarla
Se i sintomi dell’orticaria sono lievi, potrebbe non essere necessario alcun trattamento.
Tuttavia, in caso di pomfi diffusi su tutto il corpo, prurito intenso o sintomi persistenti, il medico può prescrivere farmaci antistaminici da soli o in combinazione con cortisonici. Questi farmaci possono essere assunti per via orale, endovenosa o intramuscolare.
Nei casi in cui non sia possibile identificare una causa specifica dell’orticaria (orticaria cronica spontanea), la terapia si basa sull’assunzione quotidiana di antistaminici fino a ottenere un buon controllo dei sintomi, con scomparsa del prurito e dei pomfi.
In alcuni casi di orticaria cronica spontanea, purtroppo, l’assunzione di antistaminici ad alti dosaggi risulta inefficace. In tali situazioni, è possibile ricorrere a una terapia con un farmaco biologico chiamato Omalizumab, che può essere prescritto in casi selezionati da specialisti che si occupano di orticaria presso centri ospedalieri come Humanitas. Questo farmaco è rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. Le prime somministrazioni avvengono in ospedale per via sottocutanea e successivamente, se desiderato, il paziente può auto-somministrarlo a domicilio. Questo approccio normalizza la qualità di vita del paziente senza la necessità di ospedalizzazione ed è un trattamento terapeutico molto efficace.
Quando preoccuparsi dell’orticaria?
Se alla presenza di pomfi si associa l’angioedema delle vie aeree superiori, che provoca un restringimento e può causare difficoltà respiratorie.
Per alleviare il gonfiore, possono essere utilizzati alcuni farmaci come antistaminici e compresse di corticosteroidi. Nei casi più gravi, potrebbero essere necessarie iniezioni di steroidi.
È importante tenere presente che l’orticaria può essere uno dei primi sintomi di una grave reazione allergica nota come anafilassi, che può essere potenzialmente letale. Questa condizione può evolvere rapidamente, manifestandosi con sintomi come difficoltà respiratorie, prurito diffuso, dolore addominale, diarrea e svenimento.
Il trattamento dell’anafilassi si basa sulla somministrazione di adrenalina, quindi è fondamentale richiedere immediatamente l’intervento medico di emergenza.
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