Nate in ambito urologico per la disintegrazione dei calcoli renali, usate poi per curare patologie di natura muscolo-scheletrica, oggi le onde d’urto vengono efficacemente utilizzate anche in medicina rigenerativa ed estetica. Per il trattamento della cellulite, per esempio, ma anche nelle terapie rigenerative per trattare le alterazioni della pelle del viso e gli esiti cicatriziali post-traumatici e post-intervento chirurgico.
Ne parliamo con la dottoressa Maria Cristina D’Agostino, specialista in Ortopedia e Traumatologia e Referente Centro Terapia e Ricerca Onde d’Urto presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Onde d’urto: nuovi ambiti di applicazione in Medicina rigenerativa ed estetica
Impulsi acustici in grado di stimolare alcune benefiche reazioni biologiche (controllo dell’infiammazione, aumento della microcircolazione locale, riparazione e rigenerazione di alcuni tessuti), le onde d’urto vengono oggi ormai applicate in diversi ambiti clinici, inclusa la Medicina Rigenerativa.
Da un lato, sono oggi ormai da considerarsi fondamentali per il trattamento di patologie tendinee, ossee e muscolari, sia croniche che acute, nel contesto di un percorso riabilitativo dedicato.
Dal punto di vista della Medicina rigenerativa in senso stretto poi, si rivelano di grande utilità per stimolare la rigenerazione di ulcere e ferite che non guariscono (cosiddette “ferite difficili”), per azione di stimolo diretto anche sulle cellule staminali dei tessuti cutanei, oltre che sulla microcircolazione.
In medicina estetica il loro utilizzo è soprattutto volto al contenimento e rimodellamento dell’inestetismo cutaneo noto come “cellulite”, con possibilità (previa valutazione specialistica e nel contesto di un percorso integrato con attenzione alla nutrizione e all’esercizio fisico) di migliorare l’aspetto “a buccia di arancia”, e di ridurre le nodularità del tessuto adiposo sottocutaneo e l’edema locali.
L’azione benefica delle onde d’urto sugli inestetismi cutanei è correlata alla loro azione antinfiammatoria, di drenaggio dei liquidi interstiziali, di rimodellamento del tessuto sottocutaneo e di stimolo alla produzione di nuove fibre collagene, per cui risultano utili anche per eventuali esiti cicatriziali (post-traumatici e post-chirurgici) e in generale per le problematiche della pelle del viso legate all’invecchiamento. Anche in tal caso, le onde d’urto possono rappresentare un valido alleato della salute della pelle, con azione “biorivitalizzante” e di rimodellamento del tessuto.
Dal punto di vista pratico, in base alla regione anatomica e alla patologia da trattare, si possono applicare diverse tipologie di “onde”: le onde d’urto focali (onde d’urto propriamente dette), le onde pressorie (o radiali), in associazione o meno alla terapia vibrazionale.
Per la rigenerazione della cute sono indicate le onde d’urto focali nella variante “planare”, per cui a ogni impulso si riesce a trattare una superficie di cute più ampia che con il manipolo utilizzato per esempio per tendini e ossa, ma comunque con azione sempre negli strati più profondi; le onde d’urto radiali (o pressorie), che lavorano più in superficie e facilitano preferibilmente la mobilizzazione e il drenaggio dei liquidi; quelle vibrazionali, infine, che hanno azione meno specifica, ma che, oltre al rilassamento di eventuali tensioni muscolari, possono contribuire egualmente al drenaggio dei liquidi.
In funzione del quadro clinico, è così possibile rassodare e tonificare la cute, uniformare la grana della pelle e ridurre rughe e cicatrici.
Le onde d’urto sono assolutamente sicure e non dolorose, vengono “personalizzate” in base alla sensibilità della singola persona, e soprattutto possono essere associate anche ad altre terapie biostimolanti e rivitalizzanti (da valutarsi comunque per ogni singolo caso e da parte del medico operatore). A non potersi sottoporre ai trattamenti con onde d’urto sono solo le donne in gravidanza e le persone con lesioni neoplastiche in corrispondenza delle aree cutanee che dovrebbero essere interessate dal trattamento.
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