Quando fumiamo tabacco entriamo in contatto con all’incirca 4800 sostanze: alcune si sviluppano solo durante la combustione, altre sono già presenti a sigaretta spenta. Lo specifico sapore che sentiamo, poi, viene creato mediante l’utilizzo di una serie di additivi.
Tra tutte queste sostanze, una delle più rilevanti per i suoi effetti sul nostro organismo è la nicotina, che, quando il tabacco brucia, rilascia monossido di carbonio, catrame e altre sostanze pericolose per noi e per chi ci sta intorno mentre fumiamo.
Perché la nicotina è pericolosa? E quali sono le conseguenze del fumo sul nostro organismo? Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Licia Siracusano, coordinatrice del Centro Antifumo di Humanitas.
Nicotina: una sostanza psicoattiva che crea dipendenza
La nicotina è una sostanza psicoattiva, un alcaloide stimolante che dà a chi lo consuma dipendenza e assuefazione.
Una volta assunta, la nicotina viene eliminata in particolar modo dal fegato e secondariamente da polmoni e reni. Provoca in chi la consuma sensazioni di rilassamento, controllo di sé ed euforia, ma di breve durata: l’organismo umano, infatti, impiega circa due ore di tempo per dimezzare il livello di nicotina nel sangue. È questo il motivo principale per cui il fumatore diventa preda di una vera e propria dipendenza, che lo porta ad avere costantemente esigenza di accendere una nuova sigaretta.
Una volta assimilata, la nicotina viene trasformata dai processi del nostro organismo in cotinina, una sostanza di facile assorbimento che si mantiene nella saliva, nei capelli, nelle urine e nel latte materno e viene eliminata in un tempo dieci volte superiore rispetto alla nicotina.
L’effetto della nicotina sui recettori
Dal momento della sua assunzione, la nicotina si diffonde molto velocemente nel corpo attraverso il sistema circolatorio e in meno di dieci secondi arriva sino ai recettori nicotinici, situati nell’amigdala (ovvero quella parte del nostro cervello che regola le emozioni).
A contatto con i recettori, la nicotina rilascia delle sostanze psicotrope, che agiscono attivamente sulle funzioni psichiche. Tra queste possiamo riconoscere la dopamina, che provoca nel fumatore un senso di gioia e gratificazione; la norepinefrina, che riduce l’appetito e ha effetto eccitante; le endorfine, che provocano un rilascio della tensione e una diminuzione dell’ansia; l’acetilcolina, che ha sempre effetto eccitante; e la serotonina, che migliora l’umore e contribuisce a ridurre l’appetito.
Un utilizzo continuato di nicotina causa l’assuefazione dei recettori, anche perché l’effetto delle sostanze tra loro combinate provoca un generico miglioramento dell’attenzione e il fumatore ha dunque l’impressione di stare meglio a livello intellettivo e di umore e di avere una diminuzione dell’ansia. La breve durata dell’effetto della nicotina, però, provoca la necessità di assumerne altra, creando così i presupposti per lo sviluppo di una dipendenza dalle sigarette sia fisica, sia psicologica.
I test per la dipendenza da nicotina
Il test più diffuso per valutare la dipendenza da nicotina consiste in una semplice domanda: “Entro quanti minuti dal risveglio fumi la prima sigaretta?”.
Se la risposta indica che il fumatore sente l’esigenza incontrollabile di fumare subito dopo il risveglio è indice di una dipendenza molto forte.
Un altro dei test più comuni è quello di Fagerstrom, il cui punteggio finale inserisce la dipendenza di chi lo sostiene all’interno di una scala di valori, da quelli che indicano un livello di dipendenza più basso a quelli che indicano una dipendenza molto alta.
Nicotina e cancro: c’è una correlazione?
La nicotina in quanto sostanza non è cancerogena, ma è stato dimostrato che il suo consumo si associa allo sviluppo del papilloma virus e del carcinoma alla cervice e che, in concomitanza con la chemioterapia, ne riduce l’efficacia.
Quando si parla di tumori correlati al fumo, dunque, si fa riferimento all’effetto sull’organismo di altre sostanze inalate a sigaretta accesa.
Nicotina e ipertensione
L’azione della nicotina sul sistema cardiocircolatorio è duplice, poiché aumenta la frequenza cardiaca e induce vasocostrizione. I fumatori, infatti, presentano vasi sanguigni più stretti e meno elastici e dunque, una circolazione del sangue più difficoltosa.
La nicotina, inoltre, si associa anche a ipertensione arteriosa, uno dei principali fattori di rischio di cardiopatia ischemica, ictus, insufficienza cardiaca, aneurisma aortico e malattie vascolari periferiche.
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