Dietro ogni medico c’è una storia da raccontare. “Nel segno della cura” è il video podcast di Humanitas che racconta le storie in camice per ispirare i medici del futuro.
A raccontarci la sua storia in questa puntata è Paolo Spada, chirurgo vascolare dell’Istituto Clinico Humanitas. Il suo è un racconto speciale. Quello di un medico che, ad un tratto, si trova ad indossare i panni del paziente. Quando si è medici e si conoscono già molte risposte, le preoccupazioni di fronte all’incertezza dell’esito della malattia assumono un sapore ancora più particolare. Il dottor Spada affida alle parole le proprie riflessioni, l’amore per la musica e per le maratone, le “pillole di ottimismo” che lo hanno reso uno degli esperti più seguiti sui social durante la pandemia, e il grande insegnamento che ha tratto dalla sua vita: non aver paura, seguire le proprie passioni e dare il massimo.
Guarda la prima puntata
Gli highlights della storia del Dott. Spada
Pensarsi paziente. “L’idea di svegliarsi un giorno con una diagnosi terribile è l’incubo di ogni medico, un brutto sogno che ti cambia l’esistenza. A me è successo. Da anni convivo con una patologia seria, ma ne ho tratto un ulteriore insegnamento: in un percorso di vita che per tutti quanti è a termine, lungo o corto che sia, l’importante è dargli un significato e vivere appieno la propria esistenza.“
La missione della cura. “La missione della cura ci fa entrare in contatto ogni giorno con tante persone nel loro momento peggiore. Non stanno andando ad acquistare una macchina, ma a curarsi. La comunicazione, nei confronti di chi sta male o di un suo familiare, è fondamentale: anche una parola di conforto può svoltare la giornata di un’altra persona.“
Pillole di ottimismo. “Hai paura di ciò che non conosci, se vedi meglio la paura ti passa. Sono da sempre stato un nerd appassionato di grafici e di Excel. Con le “Pillole di ottimismo” sui social volevo dare una visione ottimista della pandemia, senza dire “andrà tutto bene” ma ponendo fiducia nelle armi della scienza.“
Siamo un minuscolo puntino. “Viviamo in un minuscolo pianeta inserito nell’universo, rappresentiamo un punto in una storia enorme in cui la nostra presenza non conta niente. Se noi capiamo di essere persone limitate e con una data di scadenza prossima non possiamo non essere coinvolti quando un paziente ci chiede soccorso. Questo è il significato della nostra esistenza.“
Lavoro di squadra. “Quella del medico è una professione che si fa in squadra. Se hai in mente di farti curare da un solo medico sei più timoroso rispetto ad affidarti a un team di persone, perché la squadra fa fronte comune nel risolvere il problema di un paziente, ogni scelta è ragionata in un gruppo multidisciplinare che raccoglie l’esperienza di più persone.“
La vita è una corsa. “Una delle mie passioni più grandi è la corsa. Quando ci si misura con il tempo, come nella maratona, si innesca una gara contro il proprio io, è avvincente cercare di arrivare al massimo delle proprie possibilità.“
Non avere paura. Ci sono molti giovani che hanno timore e tendono a rinunciare a diventare medico. Il mio consiglio è di non bloccarsi, cercare di vincere i momenti di sconforto e superarli. Buttarsi e osare, affrontare le proprie paure superando i limiti. Il mio consiglio per inizia”re è fare il volontario in ambulanza, è un’opportunità unica per acquisire competenze sanitarie, aiutare il prossimo e fare nuove amicizie.“
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici