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Menopausa e malattie cardiovascolari: l’importanza della visita cardiologica

Durante la menopausa è comune temere patologie pericolose come il tumore al seno, o il tumore ai polmoni; eppure, sono le patologie del cuore a risultare più letali in questa fase della vita. 

Prima e durante la menopausa la donna va incontro a tutta una serie di cambiamenti fisici e ormonali. Nonostante siano fisiologicamente esposte in maggior misura a rischi come osteoporosi, dolori articolari, cambiamenti di peso e disturbi di diversa natura, sono ancora attive e piene di energia. 

In questa fase, però, è importante non dimenticarsi della salute del cuore. Infatti, se prima dei 45 anni, le donne tendono a non essere particolarmente colpite da attacchi cardiaci, infarti o ictus;  dopo i 65 anni raggiungono lo stesso rischio degli uomini. 

Approfondiamo l’argomento con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas e Humanitas San Pio X e docente di Humanitas University.

Menopausa e cuore: i sintomi da non sottovalutare

Con la menopausa, il rischio cardiovascolare della donna è uguale a quello dell’uomo della stessa età. Ci sono sintomi di cui molte donne spesso non si preoccupano, in quanto vengono associati alla menopausa in arrivo o già iniziata. Tra questi, possiamo indicare come stanchezza, mancanza di fiato, dolore toracico anche passeggero, palpitazioni e tachicardia, sudorazione e gonfiore agli arti. Non sono sintomi da sottovalutare: potrebbero indicare una malattia cardiovascolare che mette in sofferenza anche altri organi, come ad esempio i reni o la tiroide.

La visita cardiologica per la diagnosi

Le donne tendono a minimizzare il dolore cardiaco, al punto da aspettare a lungo prima di rivolgersi a uno specialista, ma in presenza dei sintomi citati è importante sottoporsi a una visita cardiologica, dove il cardiologo valuterà se approfondire con esami specifici, come esami del sangue, ECG (elettrocardiogramma), eventualmente ecocardiografia e TC cardiaca. In assenza di sintomi è comunque importante una visita cardiologica per una valutazione accurata del profilo di rischio cardiovascolare, in modo da individuare precocemente eventuali fattori di rischio e intervenire per eliminarli, cambiando alcune abitudini di vita o, eventualmente, con una terapia specifica. Eventuali visite successive andranno programmate con il cardiologo in base alle caratteristiche di ogni singola paziente.

Malattie cardiache: i consigli di prevenzione

Sono molti i comportamenti che si possono attuare per ridurre il rischio di malattie cardiache. 

Sappiamo che non è possibile controllare i cosiddetti fattori di rischio non modificabili come la familiarità con una determinata malattia, il sesso o l’età, ma ci sono molti aspetti dello stile di vita e delle abitudini che invece si possono controllare.

Mantenere il controllo della propria salute eseguendo controlli annuali, incluso un controllo della pressione sanguigna. In caso di malattie croniche come il diabete o l’ipertensione, è importante prestare particolare attenzione ai sintomi.

Smettere di fumare: Che il fumo faccia male non è certo una novità, ma forse non è scontato sapere che ha un impatto maggiore sulle donne. Le donne fumatrici hanno un alto rischio di malattie cardiache ben prima di chi non fuma.

Controllare dieta ed esercizio fisico, muovendosi di più e adottando una dieta povera di grassi, ricca di vitamine e sali minerali e bilanciata.

Gestire lo stress, senza sottovalutare l’impatto che ha sulla salute generale.

Essere consapevoli della propria storia familiare: Sapere se in famiglia ci sono stati casi di malattie cardiache permette di pianificare controlli con il proprio specialista, ed tenere monitorato il proprio stato di salute.

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