I benefici che si sono ottenuti sono grandi e importanti, sia per i bimbi sia per l’intera organizzazione ospedaliera: una riduzione dei tempi di attesa nel corso della giornata del prericovero, anche grazie all’eliminazione degli esami non necessari, una diminuzione degli spostamenti all’interno dell’ospedale, convogliando l’iter dei piccoli e delle loro famiglie in un unico piano, un aumento del numero di visite giornaliere.
L’esperienza del paziente in ospedale è al centro del lavoro del Lean e miglioramento continuo in Humanitas; il Lean è un metodo che punta a coniugare efficienza e qualità del lavoro, identificando ed eliminando gli sprechi nel rispetto delle persone. In Humanitas sono moltissimi i progetti portati avanti dal team Lean con l’obiettivo di rendere l’esperienza del paziente il più positiva e serena possibile e l’organizzazione interna snella e rapida.
Il progetto Prericovero bambini no stress è un esempio di come, attraverso un’analisi della situazione e l’attuazione di pratiche – spesso semplici – sia possibile apportare un cambiamento importante per i pazienti e per il personale.
L’analisi e i risultati ottenuti
Per arrivare agli importanti risultati raggiunti è stato necessario analizzare i punti critici del processo; si è costituito pertanto un team composto da membri del Lean, ortopedici, anestesisti e infermieri. Il team ha rivisto l’intero percorso da un punto di vista clinico e organizzativo, concentrandosi in particolare sugli spostamenti dei piccoli pazienti. Ne è emerso che avvenivano su due piani, in cinque attese diverse, compiendo circa 239 passi. Un impegno importante per bambini che spesso presentano difficoltà motorie e che si muovono con l’aiuto di stampelle o della sedia a rotelle.
La riorganizzazione ha permesso di ridurre le attese da cinque a due (entrambe al primo piano) e di passare così a circa 64 passi. Consultando le Linee Guida Internazionali sul prericovero ospedaliero si sono poi classificati i diversi interventi e si è ottimizzato il percorso eliminando quegli esami di default che venivano eseguiti in modo sistematico per tutti i pazienti candidati all’intervento, a prescindere dal tipo di intervento. Questa scelta ha consentito di ridurre le attese ed eliminare uno step del percorso che però non offriva alcun valore aggiunto. I tempi di attesa in prericovero si sono così ridotti da quattro ore e mezza a due ore e mezza.
Un ulteriore passaggio poi ha reso l’accesso dei bimbi in prericovero un flusso continuo, organizzato su orari di convocazione diversi; questo ha permesso di aumentare il numero di visite nella stessa giornata e di ridurre le due ore e mezza di attesa a un’ora e venti, compresa mezz’ora di visita.
Prima del Progetto Lean
Ogni lunedì mattina si presentavano per il prericovero otto bambini con disabilità neuromotoria di tipo fisico o psichico. La giornata per loro iniziava con l’accettazione (al piano terra), proseguiva con un iter ben preciso (prelievo del sangue, elettrocardiogramma, visita con l’infermiere), per poi spostarsi in ambulatorio (al primo piano) per la visita congiunta con l’anestesista e l’ortopedico pediatrico. Una giornata lunghissima, con una permanenza in ospedale di anche 5-6 ore, in cui i bambini erano a digiuno dalla sera precedente.
A cura di Valeria Leone
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