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Menisco rotto: i sintomi e cosa fare

Tra gli sportivi e non solo, la rottura del menisco è uno degli infortuni più diffusi.

Il menisco è una struttura di forma semicircolare e di sezione triangolare composto di un tessuto di fibrocartilagine, la cui funzione è quella di migliorare la congruenza articolare fra le superfici cartilaginee del femore e della tibia, e di ridurre le sollecitazioni meccaniche provocate dai movimenti di flesso estensione-rotazione del ginocchio. I menischi si trovano sul lato interno e laterale del ginocchio fra i condili femorali e la tibia. 

Spesso causata da un trauma distorsivo – come in sport che richiedono cambi repentini di velocità o direzione, come il basket, il calcio, il padel – la rottura del menisco può anche essere su base degenerativa, soprattutto riguardo a pazienti over 45-50 anni. 

Quali sono i sintomi del menisco rotto e quali i trattamenti? Ne parliamo con il dottor Enrico Arnaldi, Responsabile di Ortopedia artroscopica e ricostruttiva del ginocchio in Humanitas.

Menisco rotto: le cause

La rottura del menisco può verificarsi in particolare per due motivi: in seguito a un trauma, per esempio da impatto durante la pratica sportiva o per movimenti di rotazione improvvisi del ginocchio, oppure a causa di un processo degenerativo, per usura progressiva dell’articolazione. 

Con l’invecchiamento, infatti, l’usura naturale delle articolazioni può aumentare il rischio di degenerazione meniscale, nota come meniscosi, rendendo le lesioni più frequenti anche senza traumi evidenti. 

Le lesioni al menisco possono essere classificate in base alla loro posizione (come il corno o radice posteriore, il corno o radice anteriore, il corpo meniscale) e alla direzione della lesione (che può essere longitudinale, orizzontale o radiale).

I sintomi del menisco rotto

Un trauma al menisco può manifestarsi con sintomi quali:

  • un rumore di “schiocco” nell’articolazione, nella parte interna o esterna, a cui può seguire un cedimento e/o una sensazione di impotenza funzionale
  • dolore e gonfiore alla zona interessata
  • nei giorni seguenti, impossibilità a compiere movimenti semplici talvolta per causa di un blocco articolare.

La diagnosi si effettua grazie a una visita specialistica ortopedica per mezzo dell’anamnesi e di una serie di test.

Utile anche la risonanza magnetica per valutare le condizioni del menisco e la natura della lesione.

Cosa fare in caso di menisco rotto?

Nel caso di una rottura meniscale, le lesioni piccole (inferiori a pochi mm di lunghezza) che coinvolgono le aree periferiche del menisco, dove è presente una buona vascolarizzazione, spesso guariscono spontaneamente senza la necessità di interventi specifici. Per le lesioni di tipo degenerativo, il trattamento conservativo può comprendere infiltrazioni di acido ialuronico e fisioterapia. Invece, per le lesioni traumatiche in pazienti privi di alterazioni degenerative, l’intervento chirurgico è spesso raccomandato. 

L’obiettivo della chirurgia è, quando possibile, eseguire una sutura del menisco e/o riparare le sue radici, oppure, se il tipo di lesione lo consente, rimuovere la porzione danneggiata del menisco. 

Il recupero post-operatorio varia in base al tipo di intervento eseguito. Generalmente, nei primi 5-7 giorni, il paziente può camminare con l’ausilio di due stampelle e con un carico parziale sull’arto operato. Questo periodo può estendersi a 3-6 settimane se è stata effettuata una sutura meniscale o un reinserimento della radice meniscale, con particolare attenzione alla graduale ripresa della flessione dell’articolazione. 

La riabilitazione fisioterapica è fondamentale, sia dopo un trattamento conservativo sia dopo un intervento chirurgico. 

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