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Melatonina: che cos’è e a cosa serve

La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale, posta all’interno della scatola cranica, e il suo rilascio è regolato dalla luce. Durante il giorno, l’esposizione alla luce inibisce la produzione di melatonina tramite un segnale trasmesso dalla retina alla ghiandola pineale. Al contrario, di notte, la produzione di melatonina aumenta significativamente.

La melatonina è associata – nell’immaginario comune – ai disturbi del sonno, ma la melatonina serve per dormire meglio? Ne parliamo con il professor Andrea Lania, Responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e docente di Humanitas University, e il dottor Giacomo Cristofolini, specializzando dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia.

A cosa serve la melatonina

La melatonina ha un ruolo significativo nella regolazione del ritmo circadiano, un meccanismo interno che il corpo utilizza per adattare il comportamento in relazione al passare del tempo. Questo orologio biologico modula l’alternanza tra il sonno e la veglia, il meccanismo della fame e della sete, la produzione di urina. Regola la temperatura corporea, il metabolismo basale e il rilascio di ormoni e ha persino un ruolo nel circuito delle emozioni.

La melatonina prepara l’organismo al sonno: i suoi livelli aumentano dopo il tramonto e raggiungono il picco intorno alle 4 del mattino, diminuendo rapidamente fino all’annullamento al momento del risveglio, quando i livelli di cortisolo iniziano a salire.

Deficit di melatonina: quali sono le cause? 

La produzione di melatonina varia in base all’età, tendendo gradualmente a diminuire nel corso dell’età adulta. Questa diminuzione potrebbe giocare un ruolo nell’insorgenza dell’insonnia e del risveglio precoce, soprattutto nelle persone più anziane. Inoltre, la secrezione di melatonina segue un andamento stagionale, con cicli di produzione più brevi in estate e più prolungati in inverno. Diverse condizioni patologiche sono state associate a una ridotta produzione di melatonina, quali malattie cardiovascolari, obesità, neoplasie.

Inoltre, diversi fattori esterni possono inficiare l’adeguata produzione di melatonina:

  • esposizione serale a luci intense e blu, come quelle provenienti da dispositivi come computer, cellulari, tablet o tv;
  • attività fisica a fine giornata, che può aumentare il rilascio di cortisolo e ridurre quello di melatonina;
  • turni lavorativi notturni.

Melatonina per dormire: quando serve integrarla?

Un corretto ritmo sonno-veglia, insieme a un’alimentazione equilibrata, viene considerato fondamentale per mantenere un buono stato di salute. Il sonno è una funzione biologica altamente regolata; tuttavia la capacità di addormentarsi facilmente e di mantenere il sonno senza risvegli notturni può essere alterata da diverse condizioni. 

Fattori comuni che possono influenzare la qualità del sonno includono:

  • stress
  • ridotta attività fisica
  • scarsa esposizione alla luce solare
  • abitudini di vita poco salutari, come l’eccessivo consumo di caffeina o alcol. 

Le patologie più frequentemente associate a disturbi del sonno sono:

  • depressione
  • ansia
  • apnea ostruttiva del sonno
  • alterazioni ormonali, come i disturbi legati alla menopausa
  • alterazioni della funzione tiroidea
  • alcune terapie farmacologiche (es. terapie cortisoniche).

Curare i disturbi del sonno richiede un approccio olistico che tenga conto di tutti questi fattori. Come punto di partenza è fondamentale mantenere una regolare routine di sonno-veglia, cercando di andare a letto e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno, anche nei fine settimana. Inoltre, è importante creare un ambiente di sonno confortevole e rilassante, evitando stimoli come dispositivi elettronici luminosi prima di coricarsi.

Tuttavia, se i disturbi del sonno persistono nonostante l’adozione di queste misure, è consigliabile eseguire un consulto medico volto a identificare le cause del problema. Una valutazione approfondita può richiedere anche esami di laboratorio ed eventualmente accertamenti strumentali. Solo una volta identificate le cause specifiche, è possibile sviluppare un piano di trattamento personalizzato che potrebbe includere terapie comportamentali, farmacologiche o entrambe. È in questo contesto che rientra l’uso di integratori come la melatonina, la cui assunzione andrebbe supervisionata da un medico. 

La melatonina è stata ampiamente studiata nel trattamento dell’insonnia, in particolare per l’insonnia primaria, che non è causata da altre condizioni patologiche. Molti studi hanno dimostrato che la melatonina può ridurre il tempo necessario per addormentarsi e migliorare la qualità complessiva del sonno.

Per aiutare a stabilire un ritmo sonno-veglia regolare la melatonina va assunta alla stessa ora ogni giorno circa 30-60 minuti prima di coricarsi. Il dosaggio di melatonina può variare a seconda delle esigenze individuali. È consigliabile iniziare con dosaggi più bassi e aumentare gradualmente se necessario. 

Melatonina: effetti collaterali e controindicazioni

La melatonina è generalmente considerata sicura quando assunta secondo le dosi e modalità raccomandate. Tuttavia, occorre essere consapevoli dei potenziali effetti collaterali; i più comuni sono:

Questi effetti collaterali di solito sono legati a un dosaggio eccessivo o a una spiccata sensibilità individuale alla melatonina. 

Soggetti in corso di terapie farmacologiche croniche devono prestare particolare attenzione all’assunzione di melatonina in quanto esistono possibili interazioni. Ad esempio, l’assunzione di melatonina in concomitanza con anticoagulanti o sedativi potrebbe aumentare il rischio di sanguinamento o sonnolenza, richiedendo un aggiustamento delle dosi. L’assunzione della melatonina in gravidanza o allattamento è stata poco studiata e non è pertanto generalmente raccomandata.

Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio

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