Il 16 giugno scorso venti persone hanno dormito al MAXXI, il museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, ognuna sotto una fotografia della mostra Extraordinary Visions – L’Italia ci guarda. Obiettivo dell’esperimento – ha spiegato il prof. Giulio Maira, neurochirurgo di Humanitas e presidente di Fondazione Atena Onlus – era quello di verificare se i sogni sono influenzati dall’ambiente e dalle immagini dei quadri e come il cervello mette in moto associazioni mentali fra ricordi e emozioni.
Uomini e donne sognano in modo diverso
“Il cervello lavora e impara anche di notte”, ha commentato il professor Maira alla giornalista Candida Morvillo in una lunga intervista pubblicata su Corriere.it in occasione della presentazione dell’esperimento del Maxxi. “I sogni elaborano aspetti emotivamente importanti, riportano alla luce ricordi, li elaborano, ne traggono conclusioni”. Insomma, “i sogni parlano di noi”.
Nel sonno l’attività cerebrale si riduce solo del 10 per cento e cambia a seconda del sesso: “Le donne di solito fanno sogni più focalizzati sull’intimità, gli uomini focalizzati verso l’esterno. Una conferma che il cervello, maschile o femminile, funziona con connessioni diverse”.
Sogni ad occhi aperti
E i sogni a occhi aperti? Hanno un’origine simile a quella dei sogni veri e propri, sottolinea il professor Maira: “Sono sempre innescati dalla memoria: qualcosa attiva un ricordo e il cervello parte per un viaggio che, all’apparenza, non attiene al punto di partenza, però le connessioni neuronali sono all’opera, connettono emozioni e ricordi del passato”.
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