Skateboard, pattinaggio, boxe, pallavolo: le lesioni alle dita delle mani sono frequenti in coloro che praticano sport, sia a livello agonistico sia amatoriale, risultato sia di traumi diretti che di distorsioni o compressioni.
La natura della lesione, la sua posizione e l’età del paziente determinano il trattamento più adeguato. Per diagnosticare una frattura occorre effettuare una radiografia: un dito fratturato potrebbe non fare troppo male e conservare una certa mobilità, pertanto la possibilità di movimento non esclude la frattura.
Ne parliamo con la dottoressa Laura Frontero, chirurgo della mano presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, Humanitas Castelli (Bergamo) e Humanitas San Pio X, Humanitas Cellini (Torino) e i centri medici Humanitas Medical Care.
Frattura alla mano: i sintomi da non sottovalutare
Dopo aver subito un trauma è consigliabile applicare ghiaccio e limitare l’uso della mano per alcuni giorni perché potrebbe trattarsi di un semplice trauma contusivo. Qualora il dolore e il gonfiore dovessero persistere è invece importante consultare uno specialista ed eseguire una radiografia per escludere un’eventuale frattura. Non sempre infatti una mano che si muove normalmente e che fa solo un po’ male non è rotta.
Come si fa la diagnosi di frattura?
Per diagnosticare una frattura è necessario eseguire una radiografia mirata, talvolta in più proiezioni, comprese proiezioni specifiche per l’osso che si sospetta si possa essere rotto. In alcuni casi la radiografia può non essere sufficiente a fare diagnosi di frattura e sarà necessario richiedere una TAC che permetterà di essere certi della diagnosi e anche di poter studiare meglio la frattura e i vari segmenti ossei.
Come trattare una frattura?
Il trattamento varia molto in base al tipo di frattura e alla sua sede.
Fratture composte che non coinvolgono superfici articolari possono essere trattate con immobilizzazione. Una volta si usava il classico gesso, oggi sono disponibili tutori confezionati su misura da terapisti della mano che hanno la stessa funzione del gesso e che quindi non devono essere mai tolti per il tempo necessario.
In caso di fratture più complesse, che coinvolgono più ossa o una superficie articolare o dove i segmenti di frattura sono scomposti, sarà necessario intervenire chirurgicamente.
Anche in questo caso il tipo di intervento cambia in base al tipo di frattura: alcuni tipi di fratture potranno essere trattate con un intervento che, utilizzando il macchinario per le radiografie in sala operatoria, permetta di bloccare i segmenti fratturati con dei chiodini senza nessun taglio. Questi chiodini andranno poi rimossi in ambulatorio una volta che l’osso si sarà saldato.
Fratture più complesse richiederanno invece il posizionamento di placche e viti attraverso incisioni cutanee, dopo aver stabilizzato la frattura. Queste placche e viti non devono essere rimosse a distanza di tempo a meno che non diano qualche tipo di fastidio al paziente.
Parte integrante del trattamento, sia chirurgico che conservativo, è la fisioterapia post operatoria. Il recupero di un buon movimento non può prescindere da un lungo percorso di fisioterapia da seguire con professionisti specializzati.
I rischi delle fratture non trattate
Purtroppo le fratture non riconosciute e non trattate in tempo possono portare a quadri di importante rigidità dove trattamenti secondari non garantiscono degli ottimali risultati.
Pertanto, quando si sospetta una frattura, è bene eseguire subito una radiografia e contattare un esperto per verificare la situazione.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici