Nell’ambito delle terapie onco-ematologiche, le CAR-T sono un trattamento innovativo che può guarire pazienti con malattie oncoematologiche come leucemia, linfoma e mieloma, che sono andati incontro a ricaduta dopo una o più terapie convenzionali.
Per accedere a questo trattamento il primo passo è sottoporsi a una visita ematologica, durante la quale verrà valutata, in base alla tipologia di malattia ematologica, l’indicazione alla terapia con CAR-T e lo stato di salute generale del paziente.
Come funziona il trattamento? Ne parliamo con la dottoressa Stefania Bramanti, Responsabile Sezione di Trapianto Autologo, CAR-T e Aferesi presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Terapia CAR-T: come funziona
La terapia prevede un prelievo di sangue del paziente in day hospital, per isolare i linfociti T, un tipo di globuli bianchi deputati a difendere l’organismo dalle malattie – vengono considerati i “soldati” del sistema immunitario. Questa tecnica è detta aferesi.
Una volta raccolti, i linfociti sono inviati a un laboratorio che attraverso un processo di ingegnerizzazione inserirà al loro interno il recettore CAR (Chimeric Antigen Receptor) che sa riconoscere le cellule tumorali; le CAR-T ottenute da tale processo esprimono sulla propria superficie il recettore CD 19.
Dopo circa 3-4 settimane i linfociti CAR-T ritornano presso il centro che li ha richiesti e possono essere somministrati al paziente attraverso un’infusione che dura pochi minuti. I linfociti così equipaggiati sono in grado di distruggere le cellule tumorali, attraverso l’attivazione del sistema immunitario del paziente.
Dopo l’infusione il paziente resterà ricoverato per 10 giorni in un reparto dedicato al monitoraggio degli effetti collaterali principali che sono la sindrome da rilascio delle citochine e la tossicità neurologica.
Un team di esperti trapiantologi, neurologi e rianimatori sarà a disposizione del paziente in caso di complicanze che necessitino di assistenza intensiva. I potenziali effetti benefici della terapia sul controllo della malattia sono valutabili già dopo un mese. La terapia CAR-T somministrata in pazienti affetti da linfomi non Hodgkin recidivanti o refrattari o leucemie acute linfoblastiche dà risultati promettenti.
Quali pazienti possono essere sottoposti alla terapia CAR-T?
La terapia CAR-T è approvata da AIFA per:
- pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario a una o più linee di chemioterapia
- pazienti con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL) recidivato o refrattario
- pazienti con leucemia linfoblastica acuta a cellule B refrattaria, in recidiva post-trapianto o in seconda o ulteriore recidiva
- pazienti affetti di mieloma multiplo recidivato o refrattario dopo 3 linee di chemioterapia
- pazienti affetti da linfoma follicolari recidivato/refrattario dopo 3 linee o più di chemioterapia
- pazienti con linfoma mantellare recidivato e o refrattario.
Sono inoltre disponibili Trial clinici per
- pazienti affetti da linfomi diffusi a grandi cellule e mieloma multiplo già in prima linea , allo scopo di valutare l’efficacia di tale approccio sin dalle prime fasi
- pazienti anziani o grandi anziani altrimenti non candidabili alle terapie secondo approvazione AIFA
- pazienti affetti da malattie autoimmuni avanzate.
Quali sono i vantaggi delle CAR-T?
Le CAR-T offrono ai pazienti con malattia oncoematologica e con molteplici ricadute, un’ulteriore possibilità di guarigione o controllo della malattia a lungo termine a seconda del sottotipo, con un importante aumento della sopravvivenza fino a qualche anno fa, impensabile in malattie chemiorefrattarie.
Non tutti i pazienti però possono essere candidati a questa terapia e non in tutti i pazienti le CAR-T portano i risultati sperati. È dunque molto importante affidarsi a Centri specializzati in cui i pazienti siano opportunamente selezionati tenendo conto del corretto rapporto rischio/beneficio.
CAR-T in Humanitas
L’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano è tra gli istituti accreditati a somministrare le CAR-T, poiché dispone di un accreditamento di qualità Jacie per trapianto allogenico, un team multidisciplinare e la disponibilità di una terapia intensiva generale e una neurologia H24 e ha ottenuto la qualificazione da parte di tutti i principali laboratori di manipolazione cellulare farmaceutici produttori di CAR-T.
Humanitas, dal 2019 dispone di tutte le CAR-T approvate da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per patologie oncoematologiche non responsive alla chemioterapia (linfomi follicolari e diffusi a grandi cellule e leucemie linfoblastiche acute, mielomi), nel reparto trapianti ad oggi (luglio 24) sono state infuse circa 140 CART.
L’Unità dedicata al programma CAR-T di Humanitas è composta da medici ematologi esperti in trapianto di cellule staminali; due team di infermieri professionali (di cui uno esperto in aferesi e uno dedicato esclusivamente alla gestione del paziente CAR-T); un team multidisciplinare con neurologi, infettivologi e anestesisti, specializzati nel gestire le tossicità derivanti da CAR-T. Vi sono inoltre infermieri di Ricerca e data manager dedicati alla gestione dei pazienti arruolati in protocolli clinici.
Permette di valutare l’idoneità alla terapia CAR-T in base alla tipologia di malattia ematologica del paziente.
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