Sono giunte diverse domande da parte dei nostri utenti dedicate ai disturbi digestivi. Con l’aiuto degli specialisti di Humanitas, proviamo a fare chiarezza sulla malattia di Crohn, ma anche su alcuni aspetti legati alla sindrome dell’intestino irritabile.
Come riconoscere la malattia di Crohn? Quali sono i possibili sintomi?
La malattia di Crohn può localizzarsi lungo tutto il tratto digerente, dalla bocca fino all’ano, pertanto i sintomi possono variare in base alla localizzazione di malattia.
La localizzazione più frequente è a livello dell’ileo e del colon e dunque i sintomi più tipici sono rappresentati da dolore addominale, diarrea e talvolta febbre. Quando la malattia interessa il tratto superiore dell’intestino è possibile avere anche nausea e vomito. Infine, nei pazienti con malattia perianale, di solito i sintomi sono il dolore in regione anale e talvolta gonfiore e secrezioni in quest’area.
Ho sempre mal di pancia e feci gialle e non formate; ho una malattia reumatica. Può essere la malattia di Crohn?
Potrebbe essere utile indagare meglio il problema attraverso degli esami del sangue, delle feci e un’ecografia delle anse intestinali al fine di comprendere se necessaria l’esecuzione di accertamenti più invasivi, come la colonscopia, per una diagnosi di malattia di Crohn.
Ho letto la testimonianza di una ragazza statunitense che è riuscita a migliorare la sua situazione con malattia di Crohn grazie a un test genetico che le ha dato maggiori dettagli sul proprio organismo. Questo è realmente possibile e utile ai fini di una migliore gestione del Crohn?
Non si conoscono ancore le esatte cause della malattia e non esiste un test genetico specifico per la sua diagnosi o per il trattamento. Considerando che la malattia di Crohn è multifattoriale, sappiamo che sicuramente i fattori genetici sono coinvolti e che forse in un futuro l’analisi genetica ci aiuterà nella gestione della malattia, ma al momento i test genetici non sono da noi utilizzati di routine.
Come gestire al meglio la malattia di Crohn? Esistono terapie efficaci?
Numerosi sono i farmaci a disposizione per trattare questa patologia. Grazie alla continua ricerca, negli anni abbiamo aumentato e continuiamo ad aumentare le nostre possibilità. Purtroppo non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo alle terapie proposte, pertanto non esiste il farmaco giusto per tutti.
I farmaci più utilizzati sono rappresentati dal cortisone, dagli immunosoppressori e dai farmaci biologici, in particolare l’infliximab, l’adalimumab e il vedolizumab. A breve inoltre entrerà in commercio un altro farmaco biologico con un altro meccanismo d’azione: l’ustekinumab.
Il colon irritabile e le intolleranze alimentari possono, alla lunga, generare malattie più importanti? Quali sono i possibili segnali e fattori di rischio?
La sindrome del colon irritabile o l’intolleranza al lattosio non preannunciano problemi più gravi e non degenerano in patologie più importanti. Un discorso a parte meria invece l’intolleranza al glutine: la celiachia. I pazienti celiaci, infatti, se non seguono la dieta senza glutine, possono aumentare il rischio di sviluppare patologie più importanti, come per esempio il linfoma o problemi dermatologici.
Da anni soffro della sindrome dell’intestino irritabile; sono anche intollerante al lattosio e ho la gluten sensitivity. Cerco di seguire una dieta povera di fibre, legumi, grassi, glutine e riso. Soffro di gonfiore e dolori forti come se l’intestino fosse infiammato. Quali sono i cibi che sfiammano e quale dieta per l’intestino irritabile?
La sindrome dell’intestino irritabile non è un’infiammazione. I sintomi non sono legati alla presenza di lesioni infiammatorie a livello del colon, come invece accade nella colite ulcerosa per esempio, ma a un’alterata motilità intestinale e a una modifica della flora batterica intestinale. Le terapie possono essere molteplici e la dieta più consigliata è quella a basso contenuto di FODMAPS (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols).
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