I linfonodi sono piccoli organi composti anche da cellule del sistema immunitario, che svolgono la funzione di primo filtro di difesa, intercettando sostanze tossiche, agenti infettivi e cellule neoplastiche ma anche infiammazioni, modificazioni ormonali o traumi. Quando vengono esposti ad agenti estranei o a processi infiammatori, i linfonodi reagiscono ingrossandosi oppure modificando la loro morfologia e struttura.
L’ecografia dei linfonodi è comunemente impiegata in ambito clinico quando compaiono rigonfiamenti nodulari superficiali e profondi. Nel corpo umano sono presenti numerosi linfonodi, di cui molti si trovano in posizione superficiale o relativamente superficiale, per esempio: nel collo, nelle ascelle e nell’inguine. Queste regioni possono essere accuratamente valutate tramite ecografia.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Manuela De Crescenzo, ecografista dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Ingrossamento dei linfonodi: i sintomi
Normalmente i linfonodi non sono palpabili. In alcuni casi però, possono ingrossarsi e diventare visibili anche alla persona. Questo ingrossamento può essere causato da varie condizioni patologiche e non patologiche, per esempio faringiti, infezioni in generale, problemi dentali ma anche variazioni del ciclo ormonale oppure tumori.
Durante un’infiammazione o infezione, l’ingrossamento dei linfonodi può essere accompagnato da dolore locale e, talvolta, da rossore cutaneo. Tuttavia, nelle prime fasi dell’interessamento, i linfonodi possono rimanere di dimensioni ridotte, anche se possono mostrare modifiche morfologiche durante l’esame ecografico.
L’ecografia permette di esaminare le dimensioni e la forma dei linfonodi e di individuare eventuali cambiamenti nella loro struttura e nel flusso sanguigno. Questo permette di differenziare con una buona probabilità i linfonodi infiammatori che non richiedono ulteriori controlli da quelli di aspetto dubbio.
Quando fare l’ecografia dei linfonodi?
L’ecografia dei linfonodi superficiali viene eseguita principalmente per due ragioni:
- Nei casi in cui si verifichi un ingrossamento nodulare a livello del collo, delle ascelle o dell’inguine o in qualsiasi regione del corpo.
- Nei casi di patologie oncologiche, sia per stadiazione che durante follow up, secondo prescrizione medica.
Come si svolge in pratica l’ecografia dei linfonodi?
Come tutti gli esami ecografici, l’indagine non è invasiva: viene applicato un gel sulla pelle nuda della zona da analizzare e vi viene appoggiata la sonda ecografica. Il gel ha la funzione di facilitare la trasmissione degli ultrasuoni, permettendo così di ottenere un’immagine ottimale.
Nel corso dell’esame vengono valutate diverse caratteristiche morfologiche che insieme all’anamnesi permettono, al medico ecografista, di fare una diagnosi oppure di decidere di richiedere un approfondimento con altre metodiche.
L’ecografia dei linfonodi permette di esaminare le dimensioni e la forma dei linfonodi del collo e di individuare eventuali cambiamenti nella loro struttura e nel flusso sanguigno.
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