Il direttore di Humanitas Cancer Center, Armando Santoro, in un’intervista al Corriere della Sera di domenica 12 ottobre, pubblicata anche da corriere.it, ha parlato dei tumori del sangue e delle terapie per combatterlo.
L’apparato linfatico è sviluppato in tutto l’organismo e a causa di una degenerazione dei tessuti, soprattutto a livello delle ghiandole, si presenta la formazione di linfomi e sono classificati in due principali categorie, Hodgkin e non Hodgkin.
Lo sviluppo delle tecniche curative ha portato a un’alta percentuale di sopravvivenza, grazie soprattutto all’introduzione, negli anni, di radioterapie e nuove molecole biologiche. Nei linfomi non Hodgkin il tasso di guarigione è dell’80-90%, mentre nei linfomi Hodgkin si passa al 70-80%.
Come si curano i linfomi?
Grazie ai nuovi metodi curativi la chemioterapia non è un procedimento che tutti i pazienti devono obbligatoriamente affrontare, molto spesso, infatti, accade che possa trascorrere molto tempo prima che si presenti la necessità di intervenire più aggressivamente. Grazie alle nuove cure farmacologiche è ormai possibile ridurre la gravità della malattia senza per forza ricorrere ai farmici chemioterapici.
Il trapianto di midollo
Con il miglioramento generale della patologia il trapianto di midollo, analogo o da donatore, ha più possibilità di andare a buon fine, anche se nei pazienti oltre i 70-75 anni è molto difficile applicare la procedura.
Grazie alla possibilità di utilizzare midollo che non sia donato solo dai parenti, le chance di trovare compatibilità per il trapianto sono aumentate, favorendo anche la cura di persone fino ai 70 anni di età.
Quali sintomi hanno i linfomi?
I sintomi che possono far sospettare lo sviluppo del tumore sono l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche (soprattutto nella zona del collo, ascelle e inguine) che però non risulta doloroso, mentre le ghiandole nell’addome e nel torace presentano sintomi più importanti, come un’elevata sudorazione notturna, drastica perdita di peso, febbre e pruriti in tutto il corpo.
In questi casi i medici competenti svolgeranno gli accertamenti attraverso analisi del sangue, biopsie dei tessuti e successivamente analisi più complete come il prelievo di midollo e TAC.
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