E sarà proprio Milano ad ospitare, nella primavera del 2014, la prossima edizione del Congresso Internazionale ISMST, sotto la presidenza della dott.ssa M. Cristina d’Agostino: un incontro che vedrà riuniti, anche in quella occasione, i massimi esperti internazionali in materia, pensato per condividere esperienze cliniche e di laboratorio, ipotesi scientifiche e nuove proposte terapeutiche.
Cosa sono le onde d’urto focali ?
Le onde d’urto focali sono onde acustiche prodotte da appositi generatori (litotritori) e capaci poi di propagarsi nei tessuti, in sequenza rapida e ripetuta. Sono caratterizzate da una particolare forma d’onda (prima fase di pressione positiva, seguita da un’altra rapida fase, meno ampia, di pressione negativa), responsabile degli effetti biologici positivi applicabili in campo terapeutico. A livello microscopico, la stimolazione con le onde d’urto (di natura meccanica) è paragonabile a una sorta di “micro-idromassaggio” profondo sui tessuti e sulle cellule, in grado di indurre queste ultime a reagire positivamente, con produzione di sostanze ad azione antinfiammatoria e fattori di crescita, in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti stessi, a partire dalle cellule staminali.
Quando si può ricorrere alle onde d’urto?
Dal campo urologico, da più di un decennio, il loro uso si è ampiamente diffuso all’ambito ortopedico, fisiatrico e riabilitativo. Diversamente dalle applicazioni per la cura dei calcoli renali, ove si sfrutta esclusivamente la forza di tipo meccanico per la frantumazione delle concrezioni, i tessuti viventi rispondono con reazioni biologiche, con effetto di tipo antiinfiammatorio, antidolorifico, antiedemigeno (contrasto del “gonfiore”) e di stimolo alla rigenerazione dei tessuti.
Le applicazioni cliniche in questo ambito spaziano pertanto dalle patologie dell’osso (ritardi nella riparazione delle fratture e/o pseudoartrosi, osteonecrosi e patologie correlate), al vasto capitolo delle patologie dei tendini (infiammatorie o anche di tipo cronico – degenerativo), così come al settore delle ulcere, delle ferite cosiddette “difficili” e cicatrici dolorose, oltre al trattamento della spasticità.
Se applicate in maniera corretta e con apparecchiature idonee, le onde d’urto sono in genere ben tollerate e pressoché prive di effetti collaterali di rilievo.
Uniscono al fatto di essere una terapia non invasiva, il vantaggio della grande efficacia clinica e ripetitibilità dei trattamenti.
Come avviene la terapia?
Le modalità di esecuzione della terapia con onde d’urto focali sono differenti a seconda che si trattino patologie ossee, patologie tendinee e muscolari, spasticità o patologie cutanee. La durata di ogni seduta può variare dai 10-15 minuti nel caso di applicazioni sui tessuti cosiddetti molli (tendini, muscoli e cute), a tempi maggiori (fino anche a un’ora) per i trattamenti sulle ossa. In genere il paziente si posiziona sul lettino supino o seduto; durante tutta la durata della terapia è sotto costante e diretto controllo medico, in modo da adeguare il livello di energia anche in funzione della sensibilità del paziente.
Le onde d’urto in Humanitas
L’Istituto Clinico Humanitas, centro di riferimento regionale e nazionale di alta specializzazione per la terapia con onde d’urto focali, dispone di due litotritori di ultimissima generazione, grazie ai quali è possibile eseguire tutti i tipi di trattamento attualmente contemplati dalle linee guida nazionali ed internazionali. Il litotritore con generatore elettromagnetico e sistema di puntamento del bersaglio semiautomatico è indicato per i trattamenti sia ad alta energia sull’osso, sia a più bassa energia, eseguiti sui tessuti molli e in particolare sui tendini. Il litotritore con applicatore “defocalizzato” permette di intervenire non solo su tendini e muscoli ma anche su ulcere, ferite difficili e cicatrici chirurgiche dolorose.
Il trattamento con onde d’urto focali può, in alcuni casi, avere un effetto antidolorifico immediato. In genere però, i benefici si manifestano progressivamente, con il passare delle settimane. Per poter correttamente valutare l’efficacia della terapia, è consigliabile in genere un periodo di follow up di circa 2-3 mesi, periodo in cui è consigliabile il riposo ed eventualmente l’astensione dall’attività fisica, se trattasi di patologie dell’apparato muscolo-scheletrico.
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