Le lacrime sono spesso associate all’emozione, svolgono però un ruolo molto importante per il benessere dell’occhio. Di lacrime e di disturbi della lacrimazione ha parlato il professor Paolo Vinciguerra, Direttore del Centro Oculistico di Humanitas e docente di Humanitas University, ospite a Life – Obiettivo benessere in onda su Rai Radio 1.
Le lacrime hanno una struttura molto complessa, sono infatti composte da più componenti che si stratificano sull’occhio con funzioni specifiche, per esempio in superficie c’è un olio (film lacrimale) che serve a impedirne l’evaporazione; in mezzo ci sono acqua e sostanze nutritive, come il lisozima, un battericida che ci protegge dall’infezione. “Il liquido ha inoltre la capacità di formare un velo otticamente perfetto, quindi se la superficie della cornea è leggermente irregolare, il liquido – come uno stucco – crea una superficie che fa vedere meglio”, racconta il professor Vinciguerra.
Due tipi di lacrimazione
Abbiamo due tipi di lacrimazione: quella di base che serve per lubrificare l’occhio, consente alla palpebra di scorrere e che è anche quella che produce nutrimento; e una lacrimazione che invece si scatena quando siamo emozionati o in presenza di un’irritazione (per esempio fumo o come accade con le cipolle), sono in un certo senso “lacrime di emergenza”.
I disturbi della lacrimazione
C’è chi produce molte lacrime e chi invece soffre di occhio secco, in presenza di disturbi della lacrimazione è bene rivolgersi all’oculista per effettuare la corretta diagnosi. “Alcuni pazienti si rivolgono all’oculista perché lacrimano spesso, ma in realtà soffrono di occhio secco. Costoro infatti non producono abbastanza lacrime di base, quelle che permettono lo scorrimento delle palpebre, l’occhio dunque si irrita ed entra in azione l’altro sistema, quello delle lacrime cosiddette di emergenza”, spiega il professore. Bisogna dunque ripristinare la normalità e per predisporre la cura più appropriata occorre una giusta diagnosi. “Si può poi intervenire con colliri, ma anche con prodotti che si assumono per bocca o azioni meccaniche. Le opzioni di cura per queste patologie sono tante”, spiega il professor Vinciguerra.
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