Quando si esegue un intervento chirurgico che richiede l’incisione della parete addominale, costituita da muscoli e fasce, si crea una zona di debolezza strutturale. Questo indebolimento può favorire la comparsa di un laparocele, un tipo di ernia che si sviluppa lungo la cicatrice dell’intervento. Che cos’è, di preciso, il laparocele, e quali sono i sintomi più comuni?
Approfondiamo l’argomento con il dottor Stefano Bona, Capo della Sezione Chirurgia Generale e Day Surgery dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Che cos’è il laparocele?
Il laparocele si verifica quando una porzione dei visceri fuoriesce attraverso un’apertura formatasi sulla fascia addominale, proprio nel punto in cui era stato effettuato il taglio chirurgico. È simile a un’ernia, anche se la porta erniaria si forma per il cedimento del tessuto cicatriziale della sutura di una incisione chirurgica precedente.
L’incidenza del laparocele è diminuita negli ultimi anni, grazie alla chirurgia laparoscopica.
Quali sono le cause del laparocele?
Il laparocele può avere diverse cause, legate sia a problematiche che compromettono il processo di cicatrizzazione sia a fattori meccanici che determinano il cedimento della cicatrice.
Tra le condizioni che influenzano negativamente la guarigione della ferita troviamo le infezioni, che indeboliscono i tessuti in fase di rigenerazione, ostacolando la cicatrizzazione. Anche condizioni come il diabete e il tabagismo possono alterare la vascolarizzazione dei tessuti, mentre l’età avanzata, la debolezza muscolare o la presenza di collagenopatie contribuiscono all’indebolimento della parete addominale.
Tra i fattori meccanici che aumentano la pressione all’interno dell’addome possono aggravare la situazione, ricordiamo l’obesità, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la stipsi e sforzi fisici.
Quali sono i sintomi del laparocele?
Il laparocele si manifesta come una sporgenza anomala nella parete addominale che, occupando uno spazio non naturale, può provocare sensazione di peso, disagio e ingombro. In alcuni casi, però, non causa alcun disturbo e appare unicamente come una massa molle, spesso riducibile quando si è distesi. I disturbi tendono ad accentuarsi quando si sta in piedi per lungo tempo, durante attività fisica o sforzi addominali intensi, come colpi di tosse o starnuti.
Quando insorgono complicazioni, il laparocele diventa molto sintomatico. Possono infatti manifestarsi sintomi quali:
- dolore addominale
- gonfiore dell’addome
- nausea, vomito
- blocco intestinale
- difficoltà a respirare
- arrossamento e calore della pelle.
Se trascurato, il laparocele può ingrandirsi progressivamente, causando alterazioni cutanee dovute all’assottigliamento e a un ridotto apporto di sangue, con un aumento del rischio di infezioni. Inoltre, l’ernia può compromettere la respirazione, modificando i normali equilibri di pressione tra torace e addome.
Una complicanza importante riguarda il contenuto dell’ernia, che potrebbe strozzarsi, provocando danni agli organi interni fino al rischio di infarto intestinale.
Quando le complicazioni diventano gravi, spesso si deve ricorrere alla chirurgia d’urgenza. Questa operazione ha lo scopo di affrontare l’emergenza e non di eliminare definitivamente il laparocele, che potrebbe ripresentarsi. Per questo, il trattamento del laparocele dovrebbe idealmente essere pianificato con un intervento in elezione, riducendo così il rischio di recidive.
L’intervento per il laparocele
L’intervento per correggere un laparocele viene spesso eseguito in anestesia generale. Esistono diverse tecniche chirurgiche: una tradizionale, che comporta un’incisione eseguita generalmente lungo la cicatrice preesistente, e una laparoscopica, che prevede piccole incisioni attraverso cui vengono inseriti una telecamera e gli strumenti necessari per l’intervento. La scelta della tecnica dipende dalle caratteristiche del laparocele (posizione e dimensioni) e del paziente (patologie associate, peso corporeo, etc) e la scelta viene effettuata dal chirurgo, che adatta l’intervento in base alle specifiche esigenze del caso.
Nella tecnica tradizionale l’incisione viene abitualmente effettuata lungo la cicatrice precedente ed è proporzionata alle dimensioni del laparocele. Durante l’operazione, i muscoli vengono separati dalle fasce di rivestimento e la fascia profonda viene rinforzata con una sutura. Successivamente, viene inserita una rete protesica che rinforza la parete addominale. Infine, si sutura la fascia superficiale, correggendo l’eccesso cutaneo senza compromettere l’elasticità e distensibilità della parete addominale.
Il decorso post-operatorio varia in base alla complessità dell’intervento. Per i laparocele di piccole dimensioni, la degenza ospedaliera è generalmente breve, mentre nei casi più complessi può essere di diversi giorni. Durante il ricovero, viene somministrata una terapia antidolorifica e una profilassi per prevenire trombosi. Dopo la dimissione, il paziente dovrà indossare una fascia addominale e astenersi da sforzi fisici per 1-2 mesi.
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