Gambe e piedi gonfi? Se insorgono soprattutto a fine giornata e con l’inizio dei primi caldi estivi potrebbero essere il segnale della presenza di insufficienza venosa. Come ci spiega la dottoressa Elisa Casabianca, chirurgo vascolare in Humanitas, alla base dei sintomi vi è un ristagno del sangue nelle vene delle gambe, ciò determina un rilascio di liquidi e sostanze infiammatorie nei punti più declivi che il sistema linfatico non riesce a riassorbire.
L’insufficienza venosa interessa soprattutto le donne; ne soffre circa la metà di quelle che hanno superato i 50 anni e circa il 30% tra le più giovani. Tra i principali fattori di rischio: familiarità, stazione eretta prolungata nel corso della giornata associata ad uno stile di vita inadeguato, gravidanze e sovrappeso.
Quando rivolgersi a uno specialista?
In presenza della sintomatologia caratteristica, soprattutto se associata a familiarità, è sempre opportuno uno screening specialistico, anche in giovane età: la visita e un esame non invasivo quale l’Eco Color Doppler permettono di inquadrare da subito l’eventuale insufficienza venosa e arrestarne il decorso che ha un andamento cronico.
In casi conclamati di vene superficiali tortuose e sporgenti, insieme alla prevenzione, può essere indicato un intervento radicale che, grazie alle ultime innovazioni mini-invasive, può essere eseguito in regime di day-hospital senza limiti d’età.
Cosa fare in caso di insufficienza venosa?
Prima di arrivare al bisturi, un aiuto concreto arriva dall’attività fisica, in particolare nuoto, acquagym o cyclette in acqua, da praticare almeno 2-3 volte la settimana. Queste attività attivano i muscoli delle gambe e tonificano la parete delle nostre vene, favorendo così il ritorno del sangue al cuore.
Si può inoltre trarre beneficio da una camminata, in piano o in salita, purché con le corrette calzature: l’appoggio ritmico della pianta del piede sul terreno e l’attivazione dei muscoli delle gambe sono il “motore” delle nostre vene.
A chi trascorre molto tempo in piedi, raccomandiamo l’utilizzo di calze elastiche a compressione graduata, al fine di facilitare il ritorno del sangue al cuore. Ne esistono di numerose fogge e fattura: ancora una volta lo specialista potrà indicare quelle più corrette alla situazione del paziente.
Una volta a casa poi, si può trarre sollievo sedendosi e appoggiando le gambe leggermente sollevate, un accorgimento che si può adottare anche mentre si dorme, nei casi più conclamati.
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