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Inquinamento e polmoni: i sintomi da non sottovalutare

L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2021 ha aggiornato le linee guida relative alla qualità dell’aria, abbassando i limiti. Un’azione sostenuta da numerosi studi che hanno documentato i danni dell’inquinamento atmosferico sulla salute.

A risentirne in particolare sono i polmoni, con il rischio che insorgano – o peggiorino – malattie respiratorie o tumori.

Quali sono i danni dell’inquinamento e quali sintomi non sottovalutare? Ne parliamo con la dottoressa Paola Scarano, pneumologa presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Inquinamento: i danni ai polmoni e i sintomi 

Sono sempre più numerosi gli studi scientifici che evidenziano la correlazione tra inquinamento atmosferico, condizioni climatiche e malattie respiratorie.

I gas di scarico, i fumi degli impianti industriali, le condizioni climatiche sfavorevoli, determinano un grave pericolo per l’apparato respiratorio e lo sviluppo, o il peggioramento, di patologie quali: 

Vi è anche un incrementato rischio di peggiorare manifestazioni respiratorie di tipo allergico

A oggi inoltre, la maggior parte degli epidemiologi ritiene che le cosiddette polveri sottili siano tra i principali responsabili del legame tra inquinamento atmosferico e aumentato rischio di neoplasie, tra cui quelle polmonari, seppur il primo fattore di rischio per tumore al polmone è rappresentato sempre dal fumo di sigaretta.

In presenza di alcuni sintomi, soprattutto se ricorrenti o se non correlati ad altro di noto, è bene consultare lo specialista pneumologo

In particolare in presenza di:

  • Tosse persistente 
  • Dispnea (fiato corto) o senso di costrizione al petto, che può anche richiedere la necessità di fermarsi e respirare profondamente per riprendere fiato
  • Stanchezza cronica
  • Infezioni respiratorie ricorrenti.

Inquinamento e asma: cosa fare

Gli effetti dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici sulle malattie respiratorie e allergiche sono noti, come la correlazione tra inquinamento atmosferico e asma

Grazie alle numerose applicazioni presenti sugli smartphone è possibile essere sempre aggiornati sulla qualità dell’aria della zona in cui si abita, cercando quindi di limitare le attività all’aria aperta nei giorni in cui la qualità dell’aria è peggiore.

In questi giorni inoltre, per evitare l’esposizione diretta a particelle inquinanti, può essere utile proteggere sempre naso e bocca (con una mascherina o una sciarpa) in modo da filtrare l’aria che si respira. 

Chi soffre di asma inoltre, dovrebbe sfruttare le occasioni di tempo libero per allontanarsi dalle aree urbane particolarmente inquinate, prediligendo le attività in montagna o il mare, dove la presenza di inquinamento e allergeni è minore. 

In caso di attività fisica all’aperto in città, è consigliabile praticarla durante le prime ore del mattino in cui le concentrazioni di polveri sottili sono più basse e scegliere – sempre se possibile – parchi, strade secondarie, aree meno trafficate; è sempre utile in questi casi avere con sé un farmaco broncodilatatore di emergenza per il rischio di una comparsa improvvisa di crisi asmatica. 

Inquinamento atmosferico: i dati in Italia

Legambiente nel suo report “Mal’Aria di città 2024” ha analizzato i dati dei livelli delle polveri sottili (PM10, PM2,5) e del biossido di azoto (NO2) nei capoluoghi di provincia italiani. 

Ne è emerso che nel 2023 18 città su 98 osservate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo).

Da ciò che emerge dal report di Legambiente, purtroppo le città italiane presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). 

Pertanto è in atto una campagna di lotta all’inquinamento atmosferico, con gli obiettivi di promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni chiedendo città più vivibili e sicure per la salute.

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