Il professor Alberto Albanese, responsabile dell’Unità di Neurologia I in Humanitas, è stato eletto Presidente dell’International Association of Parkinsonism and Related Disorders (IAPRD). Istituita oltre cinquant’anni fa dalla Federazione Mondiale di Neurologia per promuovere e monitorare gli sviluppi della ricerca e favorire la comunicazione tra i neuroscienziati del settore e fare educazione, la IAPRD è l’associazione più antica che si occupa della malattia di Parkinson e disturbi correlati. Oggi, è un’associazione professionale internazionale di medici e scienziati interessati ai disturbi neurodegenerativi come la malattia di Parkinson, i parkinsonismi secondari, i disturbi del movimento ipercinetico e ipocinetico e più in generale qualsiasi disturbo che colpisce il tono muscolare e il controllo motorio.
La nomina del professor Albanese
“È la prima volta che viene eletto un italiano e sono molto fiero di essere stato scelto, rispetto a un altro candidato, alla fine di una campagna elettorale durata qualche mese che si basava, oltre che sull’esperienza e attività clinica e di ricerca, motivazioni e obiettivi futuri”, racconta il professor Albanese.
“La IAPRD è un’associazione che ha bisogno di rilancio e di nuove idee perché il panorama sta cambiando, non solamente a causa di COVID-19. L’aspetto terapeutico e diagnostico è molto in evoluzione, così come la neurologia. Come possiamo fare questo? Con l’innovazione. L’associazione può fornire una miscela equilibrata di conoscenze di base e cliniche, rispettare la sua lunga e prestigiosa eredità e al tempo stesso innovare”.
Il prossimo appuntamento sarà il XXVII congresso dal 1 al 4 maggio a Praga su Diagnosi e trattamento dei disturbi del movimento nell’era della medicina personalizzata: un programma educativo sui disturbi del movimento condotto da una facoltà global con seminari, tutoraggi e poster. Ultimi aggiornamenti sui trattamenti mirati alla causa della malattia, infusioni avanzate di farmaci e terapie neurochirurgiche, approcci individualizzati alla cura del paziente. Si discuterà di come la genetica e la sottotipizzazione delle malattie stanno cambiando il nostro approccio ai disturbi del movimento. In chiusura i dibattiti su questioni del campo neurologico.
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