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In Humanitas il Congresso Nazionale Italiano della European Society of Regional Anesthesia

Dal 16 al 18 novembre Humanitas ha ospitato il XXIII Congresso Nazionale della European Society of Regional Anesthesia (ESRA) nel suo capitolo italiano; una tre giorni dedicata all’anestesia loco-regionale che ha visto la partecipazione di oltre 400 specialisti.

Diversi i temi affrontati: terapia del dolore cronico e oncologico, ruolo dell’anestesia loco-regionale nelle varie discipline chirurgiche, rischio clinico, day surgery, fast track, esperienze cliniche, farmacologia e farmaco-dinamica, medicina legale.

Presidente del Congresso il dottor Enrico Barbara, anestesista responsabile di Humanitas Mater Domini, che ha spiegato: “Quando il presidente ESRA Italian Chapter, il dottor Mario Bosco, mi ha affidato il compito di organizzare il Congresso nazionale ero veramente onorato. La scelta di svolgere il Congresso in Humanitas Rozzano è nata dall’opportunità di coniugare l’approfondimento d’aula con la possibilità di realizzare workshop su vari argomenti, programmati all’intorno del nuovissimo Simulation Center, grazie al quale è stato possibile partecipare a un Anatomy Lab su pezzi anatomici per eseguire le tecniche anestesiologiche”.

L’anestesia loco-regionale

Come ci ha raccontato la dottoressa Roberta Monzani, Responsabile di Anestesia e Day hospital chirurgico in Humanitas: “Nel nostro Paese la cultura nei confronti dell’anestesia loco-regionale non è ancora molto diffusa; questa tecnica infatti nasce per la chirurgia ortopedica e dunque è stata inizialmente confinata a quelle realtà che disponevano di tale chirurgia specialistica.

Successivamente il suo impiego si è esteso anche ad altre specialistiche. La buona pratica clinica ha suggerito che l’anestesia loco regionale possa aiutare a gestire meglio i pazienti con rischio clinico aumentato e migliorare il controllo del dolore post operatorio, contenendo la necessità di assumere farmaci analgesici in seguito all’intervento. Si pensi, in particolare, anche ai pazienti anziani che in alcuni casi assumono già diversi farmaci”, sottolinea la dottoressa Monzani. 

I principali temi del Congresso

“Al congresso abbiamo avuto modo di affrontare diversi temi e abbiamo fatto il punto sulle buone pratiche cliniche dell’anestesia loco regionale in ortopedia e ragionato in termini formativi sui blocchi nelle diverse specialistiche, per esempio nel tumore della mammella.

Uno degli obiettivi è gestire in sicurezza il percorso di cura dei pazienti chirurgici e ove possibile ridurre l’ospedalizzazione: questo avrebbe un impatto economico positivo e consentirebbe di ottimizzare l’occupazione dei posti letto, preservandoli per quei casi in cui è indispensabile un periodo di ricovero più lungo e/o un monitoraggio più attento.

In termini educativi/formativi è poi importante lavorare sul dialogo con il paziente, informandolo in maniera completa durante lo svolgimento del prericovero. Un paziente ben informato e preparato in merito a tutto ciò che avverrà prima, durante e dopo l’intervento, è un paziente che partecipa attivamente al suo percorso di cura e ne beneficia non solo rispetto al suo approccio all’intervento chirurgico, ma anche in termini di gestione clinica e risultato.

Altro tema attuale è la gestione dei nuovi farmaci anticoagulanti orali in pazienti che devono sottoporsi ad intervento con un blocco centrale. Non abbiamo ancora a disposizione dati che ci forniscano un feedback sufficiente, pertanto occorre studiare ulteriormente la loro gestione.

Ha riscosso infine grande successo il laboratorio pratico presso il Cadaver lab, che ha permesso ai partecipanti di eseguire alcuni blocchi su preparazioni anatomiche. La formula congressuale che ha unito sessioni teoriche e pratiche si è rivelata sicuramente vincente”, ha concluso la dottoressa.

 

 

 

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