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Helicobacter pylori: i sintomi e come si prende

Tra i più comuni disturbi dell’apparato gastrointestinale e, in particolare, dello stomaco, figura l’infezione provocata dal batterio Helicobacter pylori. Questo batterio, infatti, può risiedere nello stomaco dove viene ospitato dalla mucosa gastrica e dove riesce a sopravvivere grazie alla produzione di un enzima specifico che riduce l’acidità gastrica. Sebbene nella maggior parte dei casi l’Helicobacter pylori non comporti lo sviluppo di sintomi, può associarsi a gastrite atrofica e ad alcune severe complicanze. 

Ne parliamo con il dottor Antonio Capogreco, gastroenterologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. 

Helicobacter pylori: quali sono i sintomi? 

L’infezione da Helicobacter pylori risulta il più delle volte asintomatica o con una serie di manifestazioni a-specifiche non riconducibili immediatamente alla patologia, come:

  • Dispepsia (difficoltà nella digestione) 
  • Nausea e vomito
  • Inappetenza
  • Dolore nelle parta alta dell’addome.

Sintomi più importanti in presenza dei quali è opportuno un tempestivo consulto medico, in particolare se c’è una familiarità con il cancro allo stomaco, sono invece:

  • Anemia e/o astenia
  • Dolore addominale ricorrente e/o di elevata intensità
  • Dimagrimento
  • Febbre
  • Vomito alimentare non responsivo a terapia
  • Vomito con sangue/materiale caffeano
  • Feci nere.

L’Helicobacter pylori può essere responsabile inoltre di gastrite atrofica e, in alcuni casi, comportare complicanze come ulcera duodenale, ulcera gastrica e linfoma MALT (acronimo dall’inglese mucosa associated lymphoid tissue). In alcuni casi l’infezione da Helicobacter pylori può associarsi anche a carcinoma gastrico, ma sono casi molto rari. 

Come si prende l’Helicobacter pylori? 

L’Helicobacter pylori si trasmette mangiando cibi contaminati o bevendo acqua contaminata da liquidi gastrointestinali provenienti da persone infette. Un’altra possibilità di trasmissione dell’Helicobacter pylori è rappresentata dal contatto diretto con la saliva, le feci o il vomito di persone già interessate dall’infezione. 

La cura per l’Helicobacter pylori 

Per diagnosticare l’Helicobacter pylori si eseguono abitualmente dei test specifici:

  • Test degli anticorpi nel sangue (meno affidabili degli altri test)
  • Breath test (analizza il respiro del paziente dopo aver bevuto una sostanza liquida)
  • Test delle feci
  • Biopsie durante la gastroscopia

Quando ci si trova a seguire un percorso di diagnosi per l’infezione da Helicobacter pylori, è importante segnalare allo specialista se si stanno seguendo terapie farmacologiche. Alcuni farmaci, infatti, possono interferire con il risultato degli esami. Per tale motivo, il paziente non deve assumere la protezione gastrica da oltre 10-14 giorni e/o una terapia antibiotici da almeno 4 settimane.

Per persone che hanno superato i 60 anni o che presentano sintomi considerati più severi dal medico specialista, può essere inoltre necessario effettuare una gastroscopia con biopsia.

Se l’infezione da Helicobacter pylori non è silente ma si associa alla presenza di sintomi e/o allo sviluppo di complicanze come ulcere gastriche e duodenali, lesioni precancerose o linfoma di MALT, è necessario seguire una terapia per eliminare l’infezione. Questa, abitualmente, prevede l’utilizzo di antibiotici per circa 1014 giorni associato a una terapia con protettore gastrico per 4-6 settimane. Questa terapia è consigliata anche per chi presenta condizioni che comportano l’assunzione continuativa di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). 

Dopo l’esecuzione della terapia antibiotica per Helicobacter pylori è necessario effettuare un ulteriore test diagnostico (breath test, test delle feci o biopsia) per confermare l’avvenuta eradicazione del batterio.

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