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Google Glass, esordio in sala operatoria

Ciò che solo il medico vede mentre opera in sala, da oggi è visibile a tutti grazie ai Google Glass utilizzati per la prima volta in Humanitas. Da una parte gli specialisti che assistono all’intervento in diretta in una sala training, dall’altra il chirurgo che opera e trasmette, grazie a comandi vocali, quello che osserva attraverso “l’occhio virtuale” dello strumento supertecnologico che indossa.

I Google Glass, testati per la prima volta in Italia dai medici dell’ospedale di Rozzano come strumento di formazione durante un corso di Emodinamica e Cardiologia interventista, sono stati presentati alla stampa mercoledì 16 aprile 2014 in Humanitas. Presenti Rokivo e Vidiemme, le due aziende specializzate nello sviluppo tecnologico che, per prime, hanno portato in Italia i prototipi Google Glass e investito in progetti innovativi. (Per visualizzare video e foto sulla prima esperienza dei Google Glass in sala operatoria: www.humanitas.it/googleglass).

 

Vedere per imparare: dalla sala operatoria al training center

«Avere il punto di vista del medico impegnato in un delicato intervento chirurgico, soffermarsi sui movimenti delle sue mani e osservare quello che gli sta intorno in sala, dai monitor allo staff di infermieri che lo supportano, ha un’importante finalità didattica e formativa – spiega la dottoressa Patrizia Presbitero, responsabile di Emodinamica e Cardiologia Interventistica in Humanitas –. Dà infatti un’idea molto chiara di come un operatore esperto si muove, dei suoi gesti e di quello che osserva durante un intervento complesso. I Google Glass sono uno strumento agile da indossare e non disturbano il campo visivo, perché lo schermo non è centrale ma laterale e permettono di concentrarsi sul paziente e l’operazione stessa. Gli sviluppi futuri ci permetteranno di visualizzare sulla lente molte informazioni utili, come i parametri vitali del pazienti».

I Glass hanno esordito nei giorni scorsi durante uno dei periodici corsi di superspecializzazione in Emodinamica e Cardiologia Interventistica organizzati dalla dottoressa Presbitero e dalla sua équipe.

Scenari futuri: così cambierà la pratica clinica

In situazioni di emergenza o in caso di applicazione di procedure particolarmente complesse, i Google Glass potranno essere utilizzati per assistere i professionisti coinvolti. Gli anestesisti, ad esempio, potrebbero beneficiare dell’utilizzo dei Glass durante un intervento rianimatorio per avere una visione, ancor prima di arrivare sullo scenario operativo, in tempo reale, dei parametri vitali (battito cardiaco, pressione e saturazione) del paziente e consultare, attraverso comandi vocali, la cartella di anamnesi, il risultato degli esami ed eventuali rilievi obiettivi del personale sanitario già attivato.

Infine, i Glass, possono essere un importante strumento per l’interazione fra chirurghi che si trovano impegnati in sale operatorie sempre più “integrate” da più tecnologie: è pensabile che sia sempre meglio fruibile il patrimonio delle informazioni, senza dover interferire sul lavoro dedicato direttamente al paziente.

«Il chirurgo, durante l’intervento, – spiega il dottor Michele Lagioia, Direttore Sanitario di Presidio di Humanitas – si troverà facilitato nella consultazione delle informazioni relative al paziente grazie ai dati proiettati sulle lenti dei Glass che gli permettono anche di concentrare maggiormente l’attenzione su alcuni parametri, ritenuti in quel momento di particolare aiuto».

Le peculiarità dell’utilizzo in ambito ospedaliero

«Per la loro natura di wearable devices, ossia tecnologia da indossare – spiega Giulio Caperdoni, COO di Vidiemme Consulting – i Google Glass si prestano per un utilizzo hands-free, non ingombrante e rapidamente attivabile ove necessario. Lo strumento risponde a comandi vocali o impartiti tramite un semplice gesto sul touchpad della stanghetta destra per la consultazione di dati e informazioni. I Glass possono essere uno strumento efficace per rendere disponibili i dati del paziente prima, dopo e durante l’operazione. Le informazioni fruibili con immediatezza permettono al chirurgo di prendere decisioni più tempestive e la modalità di interrogazione vocale evita di contaminare la scena operatoria».

I Google Glass: che cosa sono, come funzionano

I Google Glass sono device “smart” e “wearable” che rispondono a comandi vocali o impartiti tramite gestures (swipe / tap con il dito e di recente il “wink” o occhiolino). Permettono di eseguire una serie di operazioni di base come fare ricerche su internet, scattare foto, fare video, utilizzare il navigatore GPS, mandare messaggi ed email, fare telefonate, giocare, tradurre, orientarsi con la bussola. Ma possono anche essere personalizzati con l’aggiunta di app sviluppate ad hoc e acquisire quindi nuove funzionalità e comandi.

Ad oggi presenti solo in un ristretto numero di prototipi, i Google Glass sono il risultato del “Project Glass”, un ambizioso progetto di sperimentazione lanciato da big G nel 2012 negli X Lab di Mountain View che ha portato allo sviluppo di una prima versione degli occhiali, presentata durante il Google I/O del Giugno 2012 e poi distribuita ad alcuni “Explorer”, vincitori di un contest che premiava le migliori proposte di utilizzo (fra cui appunto l’americana Rokivo e il partner italiano Vidiemme Consulting). Nel novembre del 2013 con il rilascio del Kit di sviluppo (il GDK), Google ha dato pieno accesso al suo dispositivo permettendo alla comunità dei developer di creare nuove applicazioni, sfruttando a pieno tutti i “sensi” del device.

La usability dei Google Glass è nuova e unica nel suo genere. Sono dei “companion” dello smartphone, ossia possono essere utilizzati in abbinamento a un telefono per poter navigare e connettersi alla rete e si prestano a un utilizzo “snack” per la fruizione delle informazioni: poche, contestuali al bisogno e non invasive rispetto al campo visivo dell’utente, tanto che si preferisce parlare di realtà “affiancata” o “sovrapposta” piuttosto che di realtà aumentata.

Le informazioni, sotto forma di testi, immagini, video e pagine HTML, sono proiettate su un prisma posizionato sulla sommità della stanghetta destra. Lo schermo creato è un rettangolo di 640×360 pixel, flottante e semitrasparente posizionato in alto a destra del campo visivo ed equivalente a uno schermo da 25 pollici alla distanza di 2,5 metri.

Il Glass è equipaggiato con una telecamera da 5 megapixel che permette sia di registrare video che condividere la propria prospettiva, un microfono con riconoscimento vocale, un sistema di audio a trasduzione ossea, un giroscopio, sensori di prossimità, un accelerometro e un magnetometro.

Le informazioni sono organizzate in “card” a scorrimento orizzontale che storicizzano tutte le operazioni fatte e le notifiche ricevute. L’avvio di funzionalità specifiche avviene tramite navigazione e interrogazione del menù principale raggiungibile con un “tap” dalla schermata iniziale o il ben noto comando “ok glass”.

 

Commenti a cura della dottoressa Patrizia Presbitero

Responsabile dell’UO di Emodinamica e Cardiologia Interventistica di Humanitas

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La dottoressa Presbitero è anche fra le protagoniste della campagna di Humanitas del 5×1000 di cui è testimonial Gerry Scotti. “Nel nostro ospedale, insieme alla cura, la ricerca è il cuore di tutto”.

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