“Svolgere l’attività di volontario nel Day Hospital di Humanitas significa avere un ruolo decisamente particolare: diversamente da quanto accade in tutti gli altri reparti, infatti, qui i volontari creano un rapporto speciale non con i pazienti, bensì con i loro accompagnatori”. Così Luisa Mondorio, responsabile dei Volontari della Fondazione, parla della sua esperienza nel Day Hospital di Humanitas.
Luisa Mondorio è una dei volontari “storici” della Fondazione. Fa parte del primo gruppo di persone selezionate e formate nel novembre 2000 e, data la sua particolare predisposizione per gli aspetti organizzativi e relazionali, ha iniziato la sua attività di volontaria nella segreteria del volontariato, occupandosi del Gruppo dei Volontari e diventandone, a poco a poco, il punto di riferimento. Ha seguito la formazione del secondo e del terzo gruppo dei volontari insieme agli altri collaboratori della Fondazione, e ha partecipato alla costituzione del Servizio di Accoglienza per disabili e bambini cerebrolesi. Proprio svolgendo il suo ruolo di coordinamento e di supervisione dei progetti in cui sono coinvolti i volontari, Luisa Mondorio ha seguito da vicino in modo particolare quello del Day Hospital, coadiuvata da Giampietro Mussato, capogruppo degli “angeli del Day Hospital”.
“In questo reparto – spiega – il volontario è ancora di più ‘l’amico speciale’ di chi accompagna i pazienti per un intervento di Day Surgery: fa loro compagnia, li sostiene e dà loro serenità in un momento di ansia e di preoccupazione. Chiacchierando con loro, offrendo un the o un caffè, il volontario aiuta queste persone in attesa a distrarsi e a trascorrere in modo più tranquillo il tempo in cui il paziente rimane nel Day Hospital.
Non solo questo, però. Il volontario svolge, quasi inconsapevolmente, un compito ancora più delicato: accogliere e portare ai responsabili del Day Hospital informazioni e suggerimenti che potrebbero migliorare ulteriormente l’attività svolta dai volontari del reparto e l’interrelazione tra questi, i responsabili del Day Hospital e i parenti, come è avvenuto ultimamente grazie anche alla preziosa collaborazione con la caposala”.
Inizialmente, infatti, continua Luisa Mondorio, il servizio di volontariato nel Day Hospital ha comportato qualche difficoltà. “Non era semplice, per i volontari, relazionarsi nel modo giusto con gli accompagnatori, da una parte, e con il personale medico ed infermieristico dall’altra. Per tranquillizzare gli accompagnatori, senza tuttavia interferire negativamente con il lavoro del personale del reparto, è stato necessario trovare il modo corretto di agire. Importante è stato l’aiuto di Laura Ogliari, caposala del Day Hospital, che ha organizzato un incontro con tutti i volontari del reparto per analizzare i punti critici del servizio e codificare delle regole precise. Abbiamo stilato tre circolari: un’informativa di carattere generale per gli accompagnatori, che spiega i contenuti e le modalità del Day Hospital, e due fogli, uno di regole e uno di consigli utili, per i volontari.
L’incontro con la caposala è stato anche un’occasione per conoscere di più i volontari e le loro problematiche e porre le basi per un rapporto costruttivo con loro, delineando con chiarezza i loro compiti e il loro ambito di attività. Questo perché possano essere effettivamente di aiuto e mai d’intralcio o di ostacolo per il personale medico e infermieristico. Oggi, le difficoltà iniziali sono state brillantemente superate, ed il servizio è apprezzato da tutti”. Attualmente, i volontari che prestano la loro attività nel Day Hospital sono 10, distribuiti su due turni giornalieri (mattina e pomeriggio, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17,30-18), dal lunedì al venerdì.
“La presenza dei volontari in questo reparto, come in tutte le altre degenze – spiega Giuliana Bossi Rocca, segretario generale della Fondazione – è stata richiesta dall’ospedale. Il personale stesso di Humanitas ha collaborato attivamente nei tre corsi di formazione dei volontari e si è sempre reso disponibile per migliorare l’attività dei volontari a favore dei pazienti e dei loro familiari: un chiaro segno, questo, di come la Fondazione sia considerata, a tutti gli effetti, parte integrante della struttura”.
A cura di Monica Florianello
Nella foto: in abito rosso Luisa Mandorio e in abito blu Giuliana Bossi Rocca, Segretario generale della Fondazione Humanitas
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