Ricorre ogni anno, il 13 settembre, la Giornata Mondiale della sepsi: un’occasione importante per informare e sensibilizzare su quella che è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un’emergenza globale.
Che cos’è la sepsi
La sepsi è una risposta sregolata e sproporzionata del nostro organismo a un’infezione, con danno a carico dei tessuti e degli organi stessi. Se non diagnosticata e trattata in maniera opportuna può portare a shock, insufficienza multi-organo e può anche essere fatale.
Si parla di emergenza globale perché sono tra i 47 e i 50 milioni i casi di sepsi all’anno, con almeno 11 milioni di decessi annui.
Quali sono i sintomi della sepsi?
La sepsi si manifesta con febbre elevata e altri sintomi come brividi, respiro affannoso, fiato corto e confusione mentale: questi segni indicano che l’infezione sta diventando importante e in loro presenza è necessario recarsi tempestivamente in Pronto soccorso.
Un riconoscimento precoce dei segni e dei sintomi della sepsi è fondamentale affinché questa possa essere trattata in modo adeguato riducendo la mortalità a essa legata.
Prevenire le infezioni per prevenire la sepsi
La prevenzione delle infezioni è fondamentale per limitare il rischio di sepsi: chiunque abbia un’infezione infatti può sviluppare una sepsi; parliamo per esempio di infezioni addominali (appendicite, diarrea infettiva, colecistite), infezioni delle vie urinarie, infezioni del sangue, infezioni della cute o dei tessuti molli, ma anche infezioni di origine sconosciuta.
Particolarmente a rischio sono le donne in gravidanza, i neonati, gli anziani, le persone immunodepresse, i pazienti ospedalizzati e i malati cronici.
Con la pandemia da COVID-19, inoltre, lo scenario si aggrava: circa il 20% dei pazienti con COVID-19 per via dell’infezione da SARS-CoV-2, infatti, sviluppa complicanze come sepsi o disfunzione d’organo multipla.
Alcune misure, come ormai sappiamo, sono fondamentali per ridurre il rischio di infezione: lavare le mani con frequenza e attenzione, sottoporsi alle vaccinazioni previste dal piano sanitario del proprio Paese e consumare acqua e alimenti sicuri sono accortezze che riducono le possibilità di essere colpiti da un’infezione e di sviluppare la sepsi.
Il piano mondiale per contrastare la sepsi
Nel 2017 l’Assemblea Mondiale della Sanità ha approvato una risoluzione per migliorare la prevenzione, la diagnosi e la gestione clinica della sepsi.
In particolare, la risoluzione indica di:
- Utilizzare adeguatamente gli antibiotici.
- Rafforzare i programmi di controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere, per ridurre la frequenza delle infezioni correlate all’assistenza tra cui possono verificarsi casi di sepsi.
- Aumentare la consapevolezza della popolazione.
- Formare gli operatori sanitari alla sicurezza del paziente, poiché in caso di sepsi eventuali ritardi nella diagnosi e/o nella terapia adeguata comportano gravi criticità nel percorso di cura.
- Promuovere la ricerca e la sperimentazione per la disponibilità di migliori soluzioni diagnostiche, nuovi antibiotici, vaccini e terapie.
Prevenire la sepsi e limitarne la mortalità è possibile: ecco perché è importante un impegno globale sul fronte della corretta informazione, della prevenzione, della diagnosi tempestiva e del trattamento appropriato.
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