Si celebra oggi il World Brain Day, la giornata di sensibilizzazione promossa dalla World Federation of Neurology, con l’obiettivo di rendere i cittadini più consapevoli circa le patologie neurologiche e neurodegenerative. Ne parliamo con il professor Alberto Albanese, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia in Humanitas.
“L’età media della popolazione è in deciso aumento, con conseguente decadimento cognitivo. Parallelamente, si registra anche un incremento delle malattie neurologiche degenerative. Possiamo dividerle in due grosse classi: il Parkinson e le sindromi parkinsoniane e le demenze; sono patologie che spesso si sommano tra loro e possono presentarsi in maniera sinergica o sovrapposta. Questa situazione determina una sfida molto importante a livello mondiale e i principali centri di riferimento neurologico sono impegnati nella ricerca. Anche Humanitas punta a essere protagonista in questo settore”.
I meccanismi alla base delle malattie neurologiche degenerative
“I meccanismi che sottendono le malattie neurologiche degenerative sono principalmente due: la crisi energetica delle cellule nervose e il mancato smaltimento di proteine con conformazione anomala.
Le cellule nervose, contrariamente ad altre cellule del nostro organismo, sono sempre in azione; si pensi che lavorano anche mentre dormiamo, pertanto consumano più energia delle altre. Il naturale processo di invecchiamento può causare un calo nella produzione di energia, che risulta così insufficiente per i neuroni.
Il secondo meccanismo si aggiunge al primo. Sempre a seguito del processo di invecchiamento, le proteine tendono a ripiegarsi male nello spazio tridimensionale, il sistema di smaltimento non le riconosce e queste grosse molecole non vengono smaltite, con conseguente accumulo.
Questi meccanismi sono stati scoperti negli ultimi 5-10 anni e l’acquisizione di queste nuove informazioni ha dato il via alla realizzazione di diversi progetti in ambito di ricerca nel tentativo di migliorare, da un lato, la funzionalità delle cellule nervose e dall’altro, di intervenire sul processo di smaltimento delle proteine e sul loro ripiegarsi».
Invecchiare in salute, si può?
“L’invecchiamento è fisiologico, è pur vero però che non tutti invecchiano allo stesso modo. Sebbene non esista una ricetta valida per tutti per invecchiare in salute, alcuni studi dimostrano come alcune attività proteggano il cervello.
Dedicarsi all’attività fisica di tipo aerobico almeno due volte alla settimana, per esempio, riduce il rischio di Parkinson e Alzheimer. Anche un consumo moderato di caffè sembra avere un ruolo protettivo nei confronti dell’insorgenza del Parkinson.
In generale fa bene tenersi attivi mentalmente: viaggiare, fare la maglia, giocare, fare le parole crociate o altri passatempi enigmistici, suonare uno strumento musicale impegnano il cervello e riducono il rischio di demenza”.
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