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Futuri papà: i consigli per preservare la fertilità

In Italia il tasso di natalità è molto basso e questo è dovuto a diversi fattori sociali, economici e culturali. Molte coppie che desiderano avere un bambino hanno spesso un’età in cui sempre più spesso si possono incontrare difficoltà, spesso connesse a una riduzione progressiva della fertilità non solo della partner femminile.

Come spiega il prof. Paolo Emanuele Levi-Setti, Direttore del Dipartimento e Responsabile del Fertility Center di Humanitas: “Esiste una stretta relazione tra fertilità e stili di vita: individui perfettamente sani dal punto di vista riproduttivo possono, in seguito a comportamenti scorretti o per semplice mancanza di conoscenza dei meccanismi del corpo, diventare infertili”. Vediamo dunque alcuni consigli per preservare la fertilità.

I fattori di rischio

Diversi fattori possono concorrere a peggiorare la qualità dello sperma, ne sono un esempio: l’età avanzata, l’abitudine a indossare biancheria intima molto stretta, l’esposizione alle alte temperature, come può accadere a chi frequenta spesso sauna e bagno turco, oppure a chi tiene continuamente il cellulare nella tasca anteriore dei pantaloni o il computer portatile sulle gambe, l’essere sovrappeso o sottopeso, il consumo di droghe o di altre sostanze tossiche, il fumo, una costante deprivazione di sonno.

Un sano stile di vita

Per salvaguardare la qualità spermatica e più in generale la salute di cui lo sperma è spesso lo specchio, è consigliabile:

  • mangiare in maniera corretta, limitando il consumo di carni lavorate e bevande zuccherate o contenenti caffeina
  • mantenere il peso corporeo nella norma
  • dormire a sufficienza
  • avere rapporti sessuali protetti, per scongiurare il rischio di malattie sessualmente trasmissibili
  • praticare costante attività fisica
  • non fumare
  • proteggere i testicoli dall’esposizione al calore o ad agenti chimici.

Se il problema riguarda la salute

In alcuni casi, le difficoltà legate alla fertilità sono dovute a problemi di salute, come disturbi a carico di ipotalamo e ipofisi, con conseguenti ripercussioni sul funzionamento ormonale, problemi ai testicoli che influiscono sulla capacità degli spermatozoi di raggiungere l’utero, e il varicocele.

La fertilità è messa a rischio anche a causa di anomalie genetiche, come la sindrome di Klinefelter, sindrome di Kallmann, fibrosi cistica e sindrome di Kartagener.

Quando rivolgersi al medico?

Se s’incontrano difficoltà nell’avere una gravidanza, è consigliabile rivolgersi a uno specialista. Come ricorda il prof. Levi-Setti: “Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si può iniziare a parlare d’infertilità di coppia dopo un anno di rapporti liberi senza concepimento. È evidente che questo arco temporale non è che un riferimento di massima, che va tarato sul singolo caso e che deve tener conto di quanto già detto sull’importanza dell’età e di altri fattori. Ma il tempo è una variabile cruciale, prima si accerta l’esistenza di un problema, maggiori probabilità ci sono che un eventuale trattamento abbia esito positivo”.

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