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Frattura omero: i sintomi e i tempi di recupero

L’omero è l’osso del braccio che si estende dalla spalla al gomito. La frattura dell’omero in genere avviene in seguito a una caduta o a un trauma e a seconda della parte dell’osso coinvolta si distingue in: 

  • frattura dell’estremità prossimale, che interessa la testa e il collo omerale, vicino alla spalla;
  • frattura dell’estremità distale, che coinvolge la regione della troclea e dei condili omerali, vicino al gomito;
  • frattura del corpo dell’omero, che coinvolge la parte “lunga”, non articolare, dell’osso. 

È importante sottolineare che ogni tipo di frattura e la condizione specifica del paziente possono richiedere un trattamento differenziato, adattato alle esigenze individuali. 

Ne parliamo con il dottor Lorenzo Di Mento, Responsabile dell’Unità Operativa di Traumatologia presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. 

Quali sono le cause della frattura dell’omero?

Le fratture dell’omero sono spesso causate da cadute, che rappresentano la causa più comune. Tuttavia, anche incidenti stradali e infortuni durante la pratica di sport come sci o calcio possono causarle. In alcuni casi, la frattura può essere la conseguenza di condizioni patologiche come tumori o infezioni che indeboliscono l’osso e ne favoriscono la rottura, anche in assenza di un meccanismo traumatico (fratture patologiche).

Frattura omero: sintomi

I sintomi di una frattura dell’omero possono variare in base al tipo di frattura, ma generalmente includono:

  • Dolore e deformità
  • Gonfiore/ecchimosi
  • Incapacità di muovere l’arto
  • Perdita dell’uso normale del braccio con eventuale associazione di compromissione nervosa
  • Ferita con eventuale fuoriuscita dell’osso dalla pelle (in caso di frattura esposta). 

I sintomi possono differire a seconda della gravità e della localizzazione della frattura. In presenza di uno o più di questi sintomi, è fondamentale cercare immediatamente assistenza medica per una valutazione appropriata.

Frattura dell’omero: gli esami per la diagnosi 

Il tipo di frattura dipende dall’energia traumatica applicata, nonché favorita dalla fragilità dell’osso stesso, come nel caso di osteoporosi. In alcuni casi, il medico può ipotizzare la presenza di una frattura dell’omero in base ai sintomi segnalati dal paziente, alla dinamica dell’evento causante e all’esame clinico. 

Per valutare accuratamente l’estensione della frattura e le strutture coinvolte, al fine di determinare la necessità di un trattamento per riallineare l’osso e i suoi frammenti nella posizione corretta, è essenziale sottoporsi a una visita con lo specialista ortopedico, che valuterà la necessità di sottoporre il paziente in primis a una radiografia standard, seguita eventualmente da esami di secondo livello come la Tomografia Computerizzata (TAC), particolarmente indicata in caso di fratture articolari. 

Frattura dell’omero: i trattamenti e i tempi di recupero

Nella maggior parte dei casi, specialmente in presenza di dolore, gonfiore e limitata funzionalità dell’arto dopo una caduta, è bene immobilizzare l’estremità, applicare del ghiaccio e rivolgersi al Pronto Soccorso per una valutazione ortopedica. 

Nel caso di una frattura composta, ossia ben allineata, soprattutto a livello dell’omero prossimale o diafisario, non è richiesto alcun trattamento, se non l’immobilizzazione con un tutore dedicato (tasca reggibraccio con fascione) o una fasciatura coprente sia l’arto sia il torace (bendaggio Desault). In alcuni tipi di fratture diafisarie, dopo un periodo temporaneo di immobilizzazione in Desault, si confezionerà un tutore termoplastico (Brace) che permette di iniziare la mobilizzazione di spalla e gomito anche se la frattura non è ancora consolidata. 

In caso di fratture scomposte, in particolare se coinvolgenti il piano articolare (spalla o gomito), appare necessario l’intervento chirurgico. Questo intervento mira a riallineare e stabilizzare le ossa fratturate utilizzando mezzi di sintesi come chiodi, placche, viti e più raramente cerchiaggi, realizzati in materiali biocompatibili, che spesso possono essere lasciati in situ senza la necessità di rimozione. 

Nel caso in cui la frattura coinvolga la parte più prossimale dell’omero, e la stessa sia difficilmente riducibile, può essere necessario l’intervento di sostituzione protesica della spalla, specialmente nelle persone anziane. Questo approccio mira a limitare i tempi di immobilizzazione e migliorare il risultato funzionale a distanza. 

Nelle fratture esposte, in cui vi è una comunicazione diretta tra l’osso e l’ambiente esterno, prima di qualsiasi trattamento, è essenziale che il medico esegua in pronto soccorso un’accurata pulizia della zona della ferita in cui l’osso è esposto, e venga iniziata una terapia antibiotica a largo spettro, riducendo così il rischio di infezione associato alla presenza di detriti e batteri sulla pelle. Il trattamento definitivo (in genere chirurgico), è subordinato allo stato dei tessuti molli e alla normalizzazione degli indici di flogosi. In ogni caso, al fine di impostare il trattamento più adeguato, sia conservativo sia chirurgico, è necessario procedere tempestivamente con una valutazione ortopedica traumatologica.

Visita ortopedica frattura spalla

La visita ortopedica per la frattura della spalla serve a valutare la lesione della stessa, pianificare il trattamento adeguato e monitorare il processo di guarigione.

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