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Formicolio al mignolo e all’anulare: sintomi della sindrome del tunnel cubitale

Può capitare, quando siamo sdraiati con le braccia verso l’alto – magari mentre teniamo in mano lo smartphone o leggiamo un libro – di avvertire un fastidio e un formicolio alle ultime due dita delle mani. Potrebbe trattarsi di un sintomo passeggero, ma se il disturbo si cronicizza, potremmo trovarci di fronte alla cosiddetta sindrome del tunnel cubitale.

Ma di cosa si tratta nello specifico? 

Approfondiamo l’argomento con il dottor Giorgio Pivato, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia della mano e Microchirurgia Ricostruttiva in Humanitas.

Che cos’è la sindrome del tunnel cubitale?

La sindrome del tunnel cubitale è una compressione del nervo ulnare all’altezza del gomito, la più frequente tra le compressioni nervose dell’arto superiore – dopo la sindrome del tunnel carpale -. La compressione del nervo ulnare può dipendere dalle variazioni anatomiche del canale cubitale, che potrebbe essersi deformato a causa dell’artrosi o anche per via di una precedente frattura del gomito che ha variato la normale anatomia del gomito.

Il nervo può comprimersi anche per cause diverse, come:

  • mantenimento prolungato di posture scorrette; 
  • movimenti ripetitivi;
  • attività che mantengono il gomito in posizione flessa per molto tempo;
  • il continuo utilizzo di strumenti vibranti;
  • alcuni sport.

Sindrome del tunnel cubitale: perché il formicolio?

La sindrome del tunnel cubitale è provocata da un’irritazione del nervo ulnare al suo passaggio al gomito in un canale chiamato “doccia epitrocleo-olecranica”, delimitata dalle ossa del gomito e da un legamento che delimita lo spazio. 

Essendo questo canale molto piccolo, quando il gomito viene piegato, il nervo viene schiacciato contro questo legamento, e, in questo modo, riceverà poco sangue: il formicolio è, in sostanza, la “manifestazione” del fatto che non arrivi bene il sangue.

Sindrome del tunnel cubitale: i sintomi

I sintomi della sindrome del tunnel cubitale sono diversi a seconda dell’avanzamento della sindrome stessa. Nei primi stadi, il formicolio ad anulare e mignolo sono un indicatore importante.

Più avanti, il paziente potrebbe non sentire, o sentire meno i polpastrelli dell’anulare e del mignolo. Nei casi più gravi, ai sintomi precedenti si aggiunge l’incapacità (o la riduzione) dei movimenti di adduzione e abduzione delle dita della mano. 

Sindrome del tunnel cubitale: il trattamento a seconda della gravità

Negli stadi iniziali del disturbo, si possono attuare piccole modifiche comportamentali che permetteranno di risolverlo.

Ad esempio, nel caso si faccia un lavoro d’ufficio, sarà sufficiente allontanare la sedia dalla scrivania di qualche centimetro, un modo da permettere di distendere i gomiti. In macchina, si potrebbe arretrare il sedile, quando si legge, si può tenere il libro a qualche centimetro di distanza in più del solito.

Nel caso invece il disturbo fosse a uno stadio più avanzato, lo specialista potrebbe proporre l’utilizzo di un tutore durante le ore notturne, per un periodo limitato da concordare durante la visita. È infatti proprio durante le ore notturnoe che i nostri gomiti rimangono per molte ore piegati visto che per natura, si tende ad assumere un atteggiamento di protezione

Sindrome del tunnel cubitale: quando serve l’intervento chirurgico?

Se, dopo i primi accorgimenti, la situazione non cambia, lo specialista potrebbe indicare l’esecuzione dell’elettromiografia, un esame che ha lo scopo di misurare la capacità di condurre lo stimolto elettrico da un punto all’altro: tale parametro è funzione diretta dello stato di salute del nervo: pìù velocemente il nervo condurrà lo stimolo, migliori saranno le sue “condizioni di salute” e viceversa.

Se la velocità è ridotta, potrebbe esserci qualcosa che non va, e potrebbe rendersi necessario l’intervento chirurgico di decompressione.

L’intervento consiste nell’ “aprire” il piccolo legamento che chiude il canale cubitale, in modo che, non trovando più ostacoli, il nervo possa trovare il giusto spazio.

L’intervento è effettuato in ambulatorio regime ambulatoriale in anestesia localesolo del braccio, non comporta alcuna immobilità nel post operatorio, non richiede fisioterapia nel post-operatorio e ha una durata media di circa 15 minuti.

Chirurgia Plastica e Ricostruttiva

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