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Fenomeno di Raynaud: cos’è e quali sono i sintomi

Si chiama fenomeno di Raynaud e comporta una specifica sintomatologia a carico degli arti associata a freddo e stress. Si tratta di un disturbo della circolazione periferica che interessa in particolare la popolazione femminile con vasocostrizione dei vasi sanguigni delle estremità del nostro corpo, ovvero mani, piedi, orecchie, naso e labbra che si manifesta con improvviso pallore che evolve rapidamente al bluastro (cianotico), per poi riprendere calore con un arrossamento importante delle aree interessate.

I segni descritti durano circa 20-30 minuti e si associano a sintomi come dolore, formicolio, pulsazione dell’area e spesso gonfiore. Il fenomeno di Raynaud può essere un disturbo primitivo (ovvero un semplice sintomo) oppure secondario, se associato a malattie autoimmuni.

Ne parliamo con la professoressa Maria De Santis, dell’Unità di Reumatologia e Immunologia Clinica presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Fenomeno di Raynaud: i fattori di rischio

Il fenomeno di Raynaud primitivo rappresenta la maggioranza dei casi e si presenta in genere tra i 15 e i 30 anni e comporta una sintomatologia lieve, per cui in genere non è necessario un intervento medico a eccezione di evitare l’esposizione al freddo. È un disturbo cosiddetto “primitivo”, perché non è associato ad altre patologie e interessa principalmente persone con familiarità di primo grado (per esempio da parte di madre o sorella). 

Il fenomeno di Raynaud che si manifesta dopo i 40 anni può essere secondario a diverse patologie e condizioni, quali:

Tra i fattori di rischio per il peggioramento del fenomeno di Raynaud si riconoscono il fumo di sigaretta, l’esecuzione continuativa di attività che comportano vibrazioni alle dita (per esempio suonare il pianoforte o lavorare con martelli pneumatici) e l’esposizione a determinate sostanze (per esempio il vinile di cloruro, impiegato in oggetti e strumenti in PVC).

Fenomeno di Raynaud: la capillaroscopia per la diagnosi

Per indagare il fenomeno di Raynaud è necessario eseguire un esame specifico, la capillaroscopia, un test che consente di analizzare forma e struttura dei vasi capillari che conducono il sangue verso le estremità interessate dal disturbo e che aiuta lo specialista a distinguere tra fenomeno di Raynaud primitivo e secondario. 

Con questo esame si possono individuare sia capillari di aumentate dimensioni (megacapillari) sia le aree avascolari, quindi prive di capillari, la cui presenza si associa alla sclerosi sistemica. Si tratta di un esame poco invasivo che comporta il passaggio di una sonda sulle dita e per cui la persona interessata non deve seguire particolari norme di preparazione salvo evitare di effettuare manicure nei i 30 giorni precedenti l’esame e non presentarsi con smalto di nessun tipo sulle unghie.

Per completare la diagnosi si associano alla capillaroscopia anche gli esami del sangue, con particolare attenzione ai parametri che consentono di rilevare un’eventuale autoimmunità come ANA, anti ENA, fattore reumatoide e anticorpi anti DNA nativo.

Come si cura il fenomeno di Raynaud?

Quando la forma del fenomeno di Raynaud è primitiva, la cura comporta in genere l’assunzione di una terapia vasodilatatrice, utile a contenere i sintomi, con farmaci calcioantagonisti. Se la terapia non dovesse risultare efficace, per esempio comportando la formazione di piccole ulcere delle dita, può essere necessario il ricorso a farmaci vasodilatatori, come i prostanoidi, che vengono abitualmente somministrati in sede ospedaliera per via endovenosa. In tutti i casi viene raccomandata un’adeguata protezione dalle basse temperature specialmente nei mesi invernali.

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