La storia somiglia a quella di una moderna Cenerentola. Federica, 18 anni, disabile neuromotoria e paziente di Ariel, aveva un sogno, quello di vivere una serata da principessa. E’ successo all’ottava edizione del Granballo delle debuttanti.
Una storia davvero speciale quella di Federica, che ha realizzato il sogno di vivere una serata da vera principessa. Di superare quelle barriere che si impongono quotidianamente nella vita di una persona disabile. Federica Marchesi, una ragazza torinese di 18 anni con disabilità neuromotorie, ha partecipato all’ottava edizione del Granballo delle debuttanti della città di Nichelino, in provincia di Torino. Il suo mezzo di trasporto non è stato una zucca trasformata in carrozza, ma la sua sedia a rotelle, con la quale ha sfilato insieme alle altre debuttanti e ha danzato il valzer di Strauss.
I volontari di Ariel, la Fondazione che si occupa di assistere le famiglie di bambini affetti da disabilità neuromotorie, ha conosciuto Federica nel reparto di Ortopedia Pediatrica dell’Istituto Clinico Humanitas. Questa è la sua testimonianza, che trasmette ancora oggi la grande emozione provata nel ricordare una delle serate più belle della sua vita.
Federica, come è nata questa tua grande passione per il Ballo delle debuttanti?
“Erano già due anni che seguivo con partecipazione il Ballo, aspettando con ansia il giorno del mio diciottesimo compleanno. Quest’anno, a febbraio, ho compiuto finalmente 18 anni e sono iniziati i preparativi per fare il mio ingresso in società”.
Quali preparativi?
“Sono stati 3 mesi di duro allenamento di danza in carrozzina, per preparare la coreografia per il ballo. Questo sport è la mia passione e lo pratico già da 2 anni con la compagnia ‘Ballo anch’io’. La mia insegnante Marilena Goria mi ha seguita con affetto e professionalità nel corso degli allenamenti. È sicuramente grazie anche al suo supporto che il mio sogno è diventato realtà. Non solo. I miei genitori mi hanno aiutata a trovare un meraviglioso vestito bianco, da principessa, che adesso custodisco gelosamente nella mia cameretta”.
Una giovane debuttante come te avrà avuto sicuramente un cavaliere al suo fianco.
“Sì, certo. Ho trovato un compagno di ballo in Mattia Galante, un ragazzo di 21 ballerino internazionale di danza latino-americana. È stato Mattia ad accompagnarmi in questo percorso. Mi ha aiutata a imparare la coreografia che l’insegnante Silvan Nobile con grande amore e pazienza ha preparato esclusivamente per noi”.
Poi finalmente è arrivato il giorno tanto atteso del ballo…
“L’evento è stato organizzato nella meravigliosa cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi a Torino (dimora dei Savoia in periodo di cacciagione, ndr). Pensa che in questa edizione del Ballo delle Debuttanti eravamo ben 98 ragazze e 49 ragazzi. Ero davvero emozionata, visto che, come tutti gli altri, avrei dovuto esibirmi nella mia coreografia di valzer insieme a Mattia. Una volta salita sul palco è stata l’apoteosi. Tutti ci hanno applaudito, questo mi ha dato forza nel non mollare mai davanti a qualsiasi ostacolo”.
Qual è il ricordo che ti porti nel cuore di questa serata?
“Porto nel cuore lo sguardo di orgoglio e commozione di mamma e papà, nel vedermi finalmente danzare il mio valzer al Ballo delle Debuttanti. Porto nel cuore, il ricordo indelebile di aver potuto anche io dimostrare qualcosa. Tramite la danza ho scoperto che è possibile riuscire a trovare quel punto d’incontro che spesso manca con i normodotati”.
Quale messaggio vuoi dedicare agli amici della Fondazione Ariel?
“Quello che posso dire a tutti i ragazzi e le ragazze disabili come me, di iniziare a ballare. La danza in carrozzina è una bellissima esperienza che aiuta ad aprirsi, a conoscere delle persone meravigliose e ad avere un rapporto migliore con se stessi”.
A cura della Redazione
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