52 corsi organizzati in due anni e mezzo di attività, con il coinvolgimento di medici provenienti da 17 Paesi in Europa e nel mondo. Sono questi i numeri dell’ETCE, European Training Center in Endourology fondato dal dott. Guido Giusti, responsabile dello Stone Center di Humanitas, con l’obiettivo di cambiare il modo di operare i calcoli renali. Una patologia in aumento anche a causa dello stile di vita occidentale, spesso contraddistinto da scarso movimento e abitudini alimentari scorrette.
I corsi ETCE hanno uno stampo eminentemente pratico. I corsisti apprendono le più moderne tecniche in ambito endourologico direttamente in sala operatoria, secondo un’impostazione che ben si presta alle peculiarità della formazione chirurgica.
Che cos’è l’endourologia?
L’endourologia è la branca mini-invasiva della moderna Urologia che si occupa del trattamento della calcolosi renale e di altre patologie delle alte vie urinarie quali neoplasie e malformazioni. L’accesso alle alte vie urinarie avviene, appunto, per via endoscopica, ovvero percorrendo a ritroso le vie naturali (uretra, vescica, ureteri) per esplorare ed eventualmente trattare chirurgicamente, ovviamente senza incisioni, alcune patologie (di cui la calcolosi urinaria è la principale), grazie a moderni endoscopi flessibili digitali e all’avvento del laser ad Olmio. In particolare, la litotrissia retrograda per via uterorenoscopica flessibile (“RIRS”, Retrograde IntraRenal Surgery) presenta il vantaggio di arrivare fino al rene per via retrograda per raggiungere e frantumare i calcoli senza nessuna incisione. Un intervento di questo tipo presenta numerosi vantaggi: percentuali di successo analoghe agli interventi più invasivi ma minore sanguinamento, ridotta degenza e ridotto dolore post-operatorio.
Il chirurgo attraverso il robot Avicenna manovra l’ureterorenoscopio flessibile riuscendo ad ottenere movimenti che la mano umana non sarebbe in grado di replicare.
Quali sono gli interventi in ambito endourologico per il trattamento della calcolosi renale?
Gli interventi in ambito endourologico per il trattamento della calcolosi renale sono:
- Litotrissia percutanea (PCNL). Per calcoli renali superiori a 2 cm di diametro: viene eseguita con un nefroscopio inserito attraverso un accesso percutaneo nel fianco del diametro di circa un cm per accedere al rene. Il calcoli vengono frantumati e i frammenti ottenuti rimossi con apposite pinze.
- Litotrissia endoscopica per via ureteroscopica (URS). È una procedura endoscopica che non comporta incisioni, alla quale si ricorre per il trattamento della calcolosi dell’uretere, cioè di quel piccolo condotto che unisce il rene alla vescica. Una sonda endoscopica, denominata ureterorenoscopio semirigido, viene introdotta attraverso l’uretra in uretere per raggiungere il calcolo. Per frantumarlo si utilizza il laser ad olmio, e i frammenti così ottenuti vengono rimossi con appositi “cestelli”.
- Litotrissia endoscopica endorenale per via retrograda con ureteroscopio flessibile (RIRS). Questa procedura si basa sull’utilizzo dell’ureterorenoscopio flessibile di ultima generazione che viene introdotto attraverso l’uretra in vescica per poi risalire a ritroso lungo l’uretere fino ad arrivare al rene. Qui si esplorano le cavità renali fino a individuare i calcoli che, se di dimensioni inferiori ai 2 cm, vengono polverizzati con il laser ad Olmio.
Ultima frontiera in questo campo è la RIRS assistita dal sistema Robotico Avicenna: questo dispositivo usato in anteprima europea a febbraio presso lo stone Center di Humanitas permette l’esecuzione di movimenti ancora più fini da parte del chirurgo, con conseguente miglioramento delle percentuali di successo di tale procedura.
Perché la necessità di fondare un training center in ambito endourologico?
“Ho fondato ETCE perché mi ero reso conto che, nonostante i passi da gigante fatti dalla chirurgia laparoscopica e robotica, l’endourologia non riusciva ad uguagliare i progressi della chirurgia oncologica mini-invasiva”, commenta il dott. Giusti. “Dopo anni trascorsi a imparare le tecniche più moderne in ambito endourologico – afferma il dott. Giusti – è nata in me l’idea di condividere il bagaglio di competenze acquisite in un settore che, comunque, rappresenta il 30% dell’intera attività urologica“.
Come sono strutturati i corsi dell’ETCE?
I corsi hanno una durata di un giorno e mezzo, ed è prevista la partecipazione di massimo cinque medici per sessione. Il primo pomeriggio prevede tre ore di lezione teorica per impadronirsi di tutto il complesso armamentario endourologico, con focus sulla tecnica dell’ureteroscopia flessibile e sulla PCNL in posizione supina. Dopo la parte teorica, si esce tutti insieme per cena. “Spontaneità e convivialità – commenta il dott. Giusti – sono i presupposti del clima interattivo che contraddistingue la seconda giornata, di stampo eminentemente pratico“. “I corsisti, infatti – spiega il dott. Giusti – vengono direttamente in sala operatoria: un’impostazione che ben si presta alle peculiarità della formazione chirurgica, che richiede un approccio pratico e visivo”.
È possibile fare stendere un bilancio a due anni e mezzo dalla fondazione di ETCE?
“I dati ricavabili dopo due anni e mezzo di attività sono molto incoraggianti – commenta il dott. Giusti. – Dopo il corso ETCE, l’80% dei medici che non avevano mai fatto una RIRS inizia a eseguirla routinariamente, sebbene con diversi volumi; il 45% inizia a cimentarsi nella litrotrissia percutanea (PCNL). Inoltre, tutti i medici che hanno frequentato un corso ETCE per passare dalla PCNL prona a quella in posizione supina hanno adottato da subito tale posizione apprezzandone i grandi vantaggi clinici. “Sempre maggiori sono le richieste di iscrizione di medici stranieri, a riprova del fatto che ETCE è diventato un punto di riferimento nella formazione in ambito endourologico a livello nazionale ed internazionale“.
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