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Eritema solare: come prevenirlo e come curarlo

Nei mesi estivi, con le giornate che si fanno più calde e più luminose, tendiamo a passare un tempo maggiore all’aperto rispetto a quanto non facciamo abitualmente durante il resto anno, complici anche i periodi di vacanza, al mare, in montagna, ma anche in città.

Stare al sole e all’aria aperta può essere positivo sia per la nostra salute (per esempio per la produzione di vitamina D) sia per il tono del nostro umore (grazie al rilascio di endorfine), ma non dobbiamo mai dimenticare che la luce solare nasconde le sue insidie e, se non adeguatamente protetti, rischiamo di incorrere in eritemi e scottature che, a lungo andare, possono rivelarsi pericolose per la nostra pelle.

Le radiazioni UV emesse dal sole, infatti, a lungo termine possono provocare dei danni all’epidermide, stimolando l’invecchiamento precoce ma anche lo sviluppo di melanomi e altri tumori cutanei non-melanocitari.

Ne parliamo con il dottor Michele Cardone, medico specialista dermatologo in Humanitas.

Eritema solare: unustione di primo grado

Quando parliamo di eritema intendiamo un’infiammazione della pelle causata da un’eccessiva e prolungata esposizione ai raggi solari, in particolare ai raggi ultravioletti a onda corta (UVB). Questa manifestazione infiammatoria varia in base alla gravità e può andare dalla scottatura limitata agli strati cutanei più superficiali, fino all’ustione di primo o secondo grado.

Potremmo non accorgerci immediatamente di quanto accade alla nostra pelle, infatti le sue manifestazioni, fastidiose e spesso dolorose, tendono a comparire tra le 4 e le 10 ore dopo.

Parliamo di un’infiammazione che provoca bruciore e prurito, cute dolente e calda al tatto e un aspetto della pelle che ricorda quello della “buccia d’arancia”, a chiazze di diverse dimensioni e dai contorni che possono essere sia sfumati sia netti.

Quando l’eritema è più severo, i sintomi saranno quelli di una vera e propria ustione, dunque chi ne è interessato proverà un dolore maggiore, nonché gonfiore, edema fino alla formazione di bolle sulla cute, spesso accompagnate da sintomi sistemici come alterazione della temperatura, mal di testa, brividi

Fattori di rischio e prevenzione

L’eritema solare può svilupparsi più facilmente in quelle persone che presentano uno o più fattori di rischio. Tra questi figurano la pelle di fototipo chiaro, in cui vi è minor presenza di melanina, la presenza di allergie o la familiarità per fatti allergici, una cute interessata da dermatite o altre lesioni, l’esposizione a sostanze che possono provocare reazioni con i raggi UV (per esempio contenute in creme o profumi), ma anche l’assunzione di farmaci e antibiotici per cui è sconsigliata l’esposizione alla luce solare (farmaci fotosensibilizzanti).

L’unico modo per prevenire un eritema solare è proteggersi dai raggi UV. Cosa significa? Innanzitutto utilizzare una crema solare dal fattore di protezione adeguato, in grado di bloccare sia i raggi UVA sia i raggi UVB (abitualmente +30 o +50), indossare sempre gli occhiali da sole, proteggere la testa con un cappello ed evitare di esporsi al sole negli orari più caldi, dunque tra le 10 e le 16. Se si desidera abbronzarsi è importante anche abituare la propria pelle gradualmente ai raggi solari.

Come curare un eritema solare

La prima cosa da fare, quando ci si rende conto di aver sviluppato un eritema, è evitare di esporre ulteriormente la cute ai raggi UV. Dunque, può essere utile per attenuare il fastidio detergere la pelle con detergenti a base di avena colloidale, cospargere la zona interessata con creme lenitive e vaporizzare un’acqua termale. Importante, infine, bere molto e mantenersi idratati per aiutare a limitare la secchezza della cute. In caso l’eritema sia particolarmente severo, il dolore non si attenui e i sintomi persistano è opportuno contattare il proprio dermatologo, che consiglierà l’applicazione di un trattamento topico. Nei casi più gravi potrebbe essere necessaria anche l’assunzione di farmaci sistemici.

Dermatologia e Venereologia

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