La presenza di articolazioni dolenti è spesso, nel sentire comune, associata all’invecchiamento, all’umidità o all’inquinamento. Di dolore infiammatorio e malattie reumatiche ha parlato il professor Carlo Selmi, Responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas, in un’intervista a Obiettivo Salute Weekend su Radio24.
“Le malattie reumatiche sono una grande famiglia, possiamo distinguerne tre categorie: quelle infiammatorie dove è l’infiammazione a causare dolore; quelle degenerative, come l’artrosi, in cui c’è prima un danno articolare, poi dolore ed eventualmente infiammazione. La terza categoria, meno nota, è caratterizzata da dolore senza che vi siano infiammazione o danno articolare, come nel caso della fibromialgia.
Le malattie articolari possono colpire sia gli uomini sia le donne, ma sono molto più comuni nel sesso femminile”.
Il dolore infiammatorio
“Il dolore di tipo infiammatorio colpisce articolazioni come mani, ginocchia e colonna vertebrale a livello lombare. In questo caso, per esempio, il dolore infiammatorio si distingue dal comune mal di schiena perché peggiora con il riposo e migliora con il movimento; ha il suo picco al mattino, dopo che si è stati sdraiati a lungo, e i sintomi caratteristici sono dolore e rigidità al risveglio.
Le articolazioni periferiche, come le piccole articolazioni della mano, sono le più colpite da artrite reumatoide e al risveglio rigidità e dolore impediscono di svolgere movimenti fini o di avere buona presa sugli oggetti. Ne è un esempio la difficoltà (o impossibilità) ad aprire la caffettiera per preparare il caffè.
In presenza di sintomi di allarme, è bene sottoporsi a una visita reumatologica”.
Quando la causa è l’artrosi
“La maggior parte dei dolori ha causa artrosica ed è dunque imputabile al consumo delle articolazioni legate all’avanzare dell’età.
La colonna vertebrale, l’anca, il ginocchio e la mano (pollice in primis) sono la sede principale dell’artrosi, una malattia molto diffusa in Italia. Questa patologia è caratterizzata dal consumo della cartilagine che riveste i capi ossei che vanno così a toccarsi, con conseguente maggior rigidità dell’articolazione che duole con il carico.
È bene sottolineare che il fattore di rischio più facilmente modificabile è il peso: la maggior parte delle articolazioni colpite infatti sono quelle che portano quei 15-20 kg di sovrappeso che un soggetto può avere in più”.
Le cure disponibili
“Per quanto riguarda l’artrosi disponiamo di terapie per il controllo del dolore e risultano promettenti le terapie rigenerative che utilizzando cellule potenti a livello locale, cercano di ristabilire il film di cartilagine scomparso”, ha concluso il professor Selmi.
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