Il termine “disuria” indica il dolore o il bruciore durante la minzione, ovvero durante l’emissione dell’urina. Quali possono essere le cause della sua presenza e a chi rivolgersi?
Ne parliamo con la dottoressa Silvia Zandegiacomo De Zorzi, urologa di Humanitas.
Disuria: le caratteristiche del dolore alla minzione
La disuria è un sintomo che il paziente o la paziente può avvertire in più occasioni. Il dolore infatti può comparire sia nell’atto della fuoriuscita dell’urina, quindi durante il suo passaggio lungo l’uretra e/o ancora più semplicemente a vescica piena.
Gli organi collegati alla disuria sono diversi:
- l’uretra – ovvero il canale che si congiunge alla vescica e che permette che l’urina fuoriesca dal corpo;
- la vescica;
- la prostata nell’uomo.
I pazienti che soffrono di bruciore e dolore durante la minzione potrebbero avere:
- un’infezione a carico della vescica e/o del basso tratto urinario;
- uno stimolo irritativo, eventualmente correlato a eventuale presenza di lesioni vescicali;
- un problema di svuotamento vescicale in caso di ipertrofia prostatica ostruente con conseguente ostacolo al deflusso delle urine lungo l’uretra.
Perché si sente dolore durante la minzione?
La disuria nelle donne è un disturbo molto comune e può essere riferita a infezioni del “basso tratto urinario”. Parliamo quindi di infezioni delle vie urinarie, alludendo principalmente a colonizzazione batterica a carico della vescica, come le cistiti, e dell’uretra, come le uretriti. Infatti l’uretra, che nel genere femminile è molto più corta rispetto a quella maschile, unitamente alla disbiosi intestinale più rappresentata allo stesso modo nel sesso femminile, facilitano l’ingresso dei batteri, che possono risalire in vescica e moltiplicarsi.
Ne deriva pertanto che le donne tendono a essere percentualmente più colpite rispetto agli uomini. Molti batteri che causano infezioni urinarie – come l’Escherichia Coli – possono vivere normalmente nell’intestino: lì svolgono correttamente la loro funzione, ma se migrano nelle vie urinarie, possono diventare aggressivi.
Negli uomini la disuria è spesso connessa all’ipertrofia prostatica benigna, una condizione particolarmente diffusa e caratterizzata da ostruzione e difficoltà allo svuotamento vescicale.
In caso di prostatite, ovvero l’infiammazione della prostata, la disuria può essere indicativa della patologia.
Infine, il bruciore e dolore nella minzione possono slatentizzare alcune patologie a trasmissione sessuale, come la gonorrea o la clamidia, spesso ulteriormente associate all’emissione di secrezioni uretrali, oppure si possono manifestare anche in occasione di espulsione di piccoli frammenti litiasici o in caso di comparsa di pielonefrite (infezione dei reni). In questo caso associati spesso a dolore al fianco e febbre alta.
Cosa fare in caso di dolore alla minzione?
Per trattare il sintomo è fondamentale conoscerne la causa, motivo per cui bisogna sempre rivolgersi al medico, che verificherà anche la presenza di altri sintomi, spesso riconducibili a infezione del tratto urinario o di prostatite, come:
- aumento della temperatura corporea
- ematuria macroscopica (la presenza di sangue nelle urine)
- dolori a livello pelvico-perineale.
Per definire la diagnosi il medico può avvalersi di esami come l’urinocoltura con eventuale antibiogramma, l’esame delle urine, l’ecografia dell’apparato urinario – da eseguirsi a vescica piena – ed eventualmente la citologia urinaria su tre campioni. Dopo gli accertamenti verrà definito il trattamento più adeguato.
Se è presente una lesione vescicale, si opta per un intervento endoscopico di resezione; se invece vi è ostruzione da ipertrofia prostatica benigna, l’opzione principale è sempre la terapia medica al fine di risolvere la disuria (l’opzione chirurgica è secondaria al fallimento della terapia medica), mentre in caso di infezione del tratto urinario, si passa alla terapia antibiotica. Questa sarà scelta a seconda dell’antibiogramma, che aiuterà a capire quale sia la terapia più efficace contro il germe responsabile dell’infezione.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici