Fratture, lesioni, lussazioni e artrosi rappresentano diverse possibili cause di dolore alle dita delle mani. Il dolore alle dita delle mani può originare da traumi, da un uso eccessivo o scorretto delle mani, da particolari attività sportive (non solo per la pratica di sport di contatto, ma anche a movimenti scorretti durante attività come lo yoga o il pilates) o da condizioni di salute specifiche.
È di fondamentale importanza non sottovalutare il dolore se persiste, poiché potrebbe portare a conseguenze più gravi, compresa la limitazione dei movimenti delle mani, con impatti significativi sulle normali attività quotidiane.
Ne parliamo con il dottor Giorgio Pivato, Responsabile dell’Unità Operativa Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Dolore alle dita delle mani: quali cause
Il dolore alle dita delle mani può avere cause diverse:
- cisti tendinee
- artrosi
- artrite reumatoide
- ferite cutanee
- morsi di insetto
- fratture e distorsioni
- tendiniti
- compressioni nervose
- ustioni
- infezioni
- esiti di traumi pregressi
- affaticamento per attività ad alta intensità ripetute nel tempo.
Non bisogna dare per scontato che chi fa un uso frequente delle mani debba necessariamente sviluppare sintomi dolorosi in queste parti del corpo. È comune riscontrare pazienti che svolgono lavori d’ufficio, ma che lamentano dolore e infiammazioni ricorrenti nelle strutture anatomiche delle mani.
Se è vero che le situazioni di sovrautilizzo, comunemente note come “overuse”, sono più frequenti per coloro che fanno un uso intensivo e continuativo delle mani, i dolori di tipo artrosico-degenerativo e quelli causati dalla compressione dei nervi periferici possono colpire anche coloro che svolgono attività sedentarie.
Come si manifesta il dolore alle dita delle mani?
Il dolore alle dita della mano può manifestarsi in varie forme, a seconda della sua causa sottostante:
- Può interessare una zona specifica del dito o coinvolgere l’intero dito, estendendosi anche alla mano.
- Può verificarsi a riposo o durante il movimento del dito, di giorno o di notte.
- Può coinvolgere uno o più dita contemporaneamente.
- Può essere accompagnato da sintomi come arrossamento, gonfiore, ematomi o vescicole.
- Può essere costante, pulsante o presentarsi con sensazioni simili a piccole scosse elettriche.
- Può essere associato a formicolio o a una riduzione della sensibilità, soprattutto nei polpastrelli.
Non sono da sottovalutare eventuali rigidità, ossia la difficoltà nel compiere movimenti completi di flessione o estensione delle dita, o “scatti” durante il movimento. In alcuni casi, il dolore alle dita può essere legato a variazioni di temperatura e può causare cambiamenti nella colorazione delle dita, tipici del Fenomeno di Raynaud. Altre volte, può essere collegato alla presenza di cisti, che possono avere origine tendinea, articolare o cutanea, come ad esempio nelle verruche.
Dolore alle dita delle mani: i rimedi e gli esami
A meno che non si tratti di eventi traumatici con lesioni evidenti, per cui è consigliabile recarsi immediatamente al Pronto Soccorso, nelle altre situazioni è possibile attendere alcuni giorni dopo l’insorgenza dei sintomi. Durante questo periodo, è consigliabile seguire i seguenti rimedi comuni per alleviare il dolore:
- evitare di sovraccaricare l’arto
- applicare ghiaccio localmente a intervalli regolari
- prendere farmaci antinfiammatori.
Se il dolore persiste, non risponde ai rimedi sopra menzionati o peggiora, è assolutamente necessario consultare un chirurgo specializzato nel trattamento delle patologie della mano. Lo specialista sarà in grado di identificare le strutture coinvolte e, mediante la raccolta dell’anamnesi, individuare le cause del dolore.
Radiografia, ecografia, elettromiografia, tomografia computerizzata (TAC) e risonanza magnetica sono alcune delle opzioni diagnostiche che possono essere utilizzate per determinare una diagnosi accurata per il dolore alle mani. Tuttavia, è consigliabile inizialmente consultare uno specialista che saprà identificare il test più appropriato per individuare il problema specifico. Questo approccio aiuta a evitare perdite di tempo, esami inutili e la necessità di ripetere esami diversi a causa della mancanza di indicazioni chiare.
Nel caso in cui i problemi siano associati a compressioni nervose, come ad esempio nella sindrome del tunnel carpale, è fondamentale condurre un esame elettromiografico per valutare lo stato di salute del nervo. Se la diagnosi viene confermata, nella maggior parte dei casi, si opta per un trattamento chirurgico.
Per altre condizioni, a eccezione di situazioni traumatiche come fratture e lussazioni che richiedono interventi immediati, disturbi di natura infiammatoria o degenerativa possono spesso essere gestiti inizialmente attraverso approcci conservativi. In genere, il primo passo consiste nella realizzazione di tutori personalizzati posizionati sulla mano del paziente. Questi tutori aiutano a riposare le strutture coinvolte e spesso portano alla risoluzione dei sintomi dolorosi nelle fasi iniziali del trattamento.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici