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Distorsione alla caviglia, cosa fare?

Una distorsione alla caviglia e addio sport sulla spiaggia. Un piede appoggiato male, la pianta che si piega all’interno, una fitta di dolore e la caviglia che si gonfia. Il ghiaccio è il primo soccorso contro uno dei traumi sportivi più odiati dell’estate, causa di corse al pronto soccorso. “Un cambio di direzione improvviso, uno sprint durante una corsa, in particolare su un terreno accidentato, uno scatto e poi una battuta d’arresto possono causare una distorsione alla caviglia. Anche la sabbia, da questo punto di vista, può essere terreno insidioso per correre e saltare”, afferma la dott.ssa Maria Cristina D’Agostino, specialista ortopedico e Responsabile del Centro Terapia Onde d’Urto dell’ospedale Humanitas. Il dolore è il primo campanello d’allarme di questo trauma. Ma quali segni lascia una distorsione alla caviglia? “La caviglia si gonfia, c’è tumefazione, e nei casi di distorsione più severa può comparire anche l’ematoma, nelle ore e nei giorni seguenti al trauma”.

Cosa si deve fare in caso di distorsione alla caviglia?

“La terapia di una distorsione alla caviglia prevede 4 “regole-base” da seguire che, per semplicità, vanno sotto l’acronimo R.I.C.E.:

  • Rest, ovvero riposo e astensione da attività sportiva;
  • Ice, ossia applicare subito del ghiaccio;
  • Compression, applicare un bendaggio, o un tutore, sulla parte lesa;
  • Elevation, cioè mantenere gamba e il piede in alto per favorire la riduzione dell’edema (ed eventualmente dell’ematoma).

“È necessario precisare che, se per il “fai da te”, come primo soccorso, riposo-ghiaccio-arto elevato vanno benissimo, il bendaggio è bene che venga eseguito con perizia dal personale sanitario per evitare il rischio di interferire sulla circolazione e/o di peggiorare la situazione. Il ghiaccio di per sé aiuta anche ad alleviare il dolore, soprattutto se applicato immediatamente (attenzione a non posizionarlo a diretto contatto con la pelle perché c’è il rischio di “ustioni” da freddo! Interporre sempre un asciugamano sottile o una pezza di cotone). Relativamente all’uso di farmaci, si consiglia di consultare un medico quanto prima”, avverte la specialista.

Non posare il piede a terra

“In presenza di dolore intenso e tumefazione rilevante, specie se associati a ematoma, è importante non poggiare il piede a terra e recarsi il prima possibile al pronto soccorso, dove una radiografia sarà in grado di stabilire o escludere la presenza di eventuali fratture (può anche trattarsi di piccole fratture o distacchi, ossia di fratture da avulsione, cioè non avviene la rottura di nessun legamento, bensì il distacco di quella parte di osso dove il legamento stesso si inserisce, per esempio l’apice di un malleolo). Non necessariamente l’ematoma è correlato a una frattura: in tal caso si valuterà l’eventuale possibile lesione di un legamento e il tipo di contenzione da mettere in atto (da un semplice bendaggio a un tutore o anche un emistivaletto gessato)”.

Com’è il decorso di una distorsione alla caviglia?

“Sono di fondamentale importanza le prime settimane, in grado di condizionare l’evoluzione successiva. Se si rispetta la regola R.I.C.E. sopra citata, e soprattutto se si ottiene una risoluzione piuttosto rapida dell’ematoma/edema e dolore, il decorso sarà potenzialmente più favorevole e rapido, con minor rischio che il dolore si cronicizzi. Molto importante per poter recuperare al meglio la funzionalità e la stabilità della caviglia è la riabilitazione, sia per riprendere la funzione e il tono muscolare, sia per rieducare il controllo neuromuscolare (propriocezione) della parte colpita, e prevenire ulteriori distorsioni. Una prima distorsione alla caviglia predispone infatti al rischio di recidiva, specie se si è verificata anche una lesione legamentosa. È consigliabile quindi rivolgersi quanto prima allo specialista anche se la risoluzione della distorsione è stata rapida e magari autogestita, per evitare o ridurre il rischio di sequele a lungo termine”.

Cosa fare se il dolore alla caviglia non passa?

“Se il dolore tende a cronicizzare e durare oltre i due mesi, nonostante le terapie adeguate, è il caso di approfondire con ulteriori controlli (in genere la risonanza magnetica). In certi casi infatti, specie per distorsioni gravi, potrebbe essersi verificata anche una contusione dell’osso e della cartilagine a livello della caviglia, con necessità di proseguire il percorso terapeutico con ulteriori specifici trattamenti”, conclude la dott.ssa D’Agostino.

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