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Dispnea: che cos’è e quali sono le cause

La dispnea, ovvero la sensazione di respirazione difficile, è un sintomo piuttosto comune e legato a molteplici cause.

Quando è bene non sottovalutarla e rivolgersi al medico? Ne parliamo con il dottor Francesco Amati, pneumologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Che cos’è la dispnea?

La dispnea è una difficoltà soggettiva respiratoria che può essere temporanea o persistente, in alcuni casi insorge gradualmente, in altri improvvisamente. Si tratta di un sintomo aspecifico, la cui percezione è diversa da persona a persona. In alcuni casi viene sottovalutato, specialmente quando si sviluppa lentamente nel tempo. 

La dispnea può essere associata a ad alcuni fattori individuali, i principali sono: 

  • sovrappeso/obesità
  • stile di vita sedentario 
  • fumo.

La dispnea può presentarsi in concomitanza ad altri sintomi, come per esempio:

La diversa combinazione di questi sintomi può essere indicativa di alcune patologie specifiche.

Dispnea: quali sono i tipi e le principali cause?

Le cause della dispnea possono essere diverse ed è bene innanzitutto distinguere una dispnea da sforzo da una dispnea a riposo.

La dispnea da sforzo può presentarsi nelle persone sedentarie e poco allenate, a seguito di compiti semplici quotidiani (salire le scale, sollevare un peso, etc). L’insufficiente esercizio fisico provoca un indebolimento muscolare che coinvolge anche il diaframma e i muscoli intercostali, fondamentali per la respirazione. Questo può causare una respirazione superficiale e breve, specialmente durante uno sforzo minimo, con conseguente fiato corto. Inoltre la dispnea da sforzo è sintomo comune di alcune condizioni croniche che determinano o una riduzione della capacità di scambio gassoso da parte del polmone, o una riduzione della capacità del cuore di facilitare il flusso sanguineo o una riduzione della capacità del sangue di trasportare ossigeno.

Cause frequenti di dispnea da sforzo sono:

La dispnea acuta spesso si presenta a riposo, in modo improvviso, con insorgenza che varia da pochi secondi a pochi minuti. Spesso questo sintomo è un campanello di allarme di una condizione grave ma potenzialmente trattabile se prontamente individuata. 

Cause frequenti della dispnea acuta sono:

Dispnea: quando andare dal medico

La dispnea non va sottovalutata ed è fondamentale consultare il medico curante per contestualizzare e indagare questo sintomo e per comprenderne le cause. 

In particolare, la dispnea può rappresentare una spia di una problematica cronica quando diventa regolare o persiste per un periodo prolungato. In queste situazioni, potrebbe essere indicativa di diverse patologie:

  • di origine cardiaca (come disturbi del ritmo cardiaco, insufficienza cardiaca, o scompenso cardiaco, infarto)
  • di origine respiratoria (come asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, embolia polmonare, bronchite e polmonite, pneumotorace, versamento pleurico)
  • di origine meccanica (come obesità, sollevamento del diaframma, fratture costali)
  • di origine ematica (come l’anemia)
  • di origine neurologica.

Quando si verifica una mancanza di respiro improvvisa che perdura nel tempo, è fondamentale chiedere immediatamente assistenza medica chiamando il numero di emergenza o recandosi al Pronto Soccorso. Occorre chiedere aiuto quando:

  • la mancanza di respiro improvvisa non mostra miglioramenti entro pochi istanti
  • le difficoltà respiratorie aumentano o persistono
  • la frequenza respiratoria accelera significativamente (oltre 25-30 atti respiratori al minuto)
  • occorre sedersi per poter respirare
  • vi è una patologia cardiaca o polmonare preesistente.

Dispnea: quali esami per la diagnosi di fiato corto?

La dispnea viene diagnosticata con una visita specialistica, durante la quale lo pneumologo raccoglierà le informazioni circa la vita del paziente, la sua storia clinica, i fattori di rischio e ascolterà i sintomi che riferisce associati alla dispnea (anamnesi). 

A seguire, lo specialista valuterà i segni clinici associati alla dispnea durante l’esame obiettivo. Verranno misurati i parametri vitali del paziente, tra cui la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e respiratoria e la saturazione di ossigeno nel sangue; si effettuerà l’auscultazione del torace.

Per determinare l’origine della dispnea, possono essere utili esami quali:

  • Spirometria, pletismografia con eventuale test di broncodilatazione farmacologica, per indagare la presenza di alterazioni funzionali del polmone, possibile spia di patologie come asma, interstiziopatie o BPCO.
  • Diffusione alveolo-capillare CO per indagare la presenza di eventuali alterazioni della capacità di scambio gassoso del polmone, come interstiziopatie o BPCO.
  • Test del cammino, per valutare se oltre alla dispnea sotto sforzo vi sia anche una riduzione dei valori dell’ossigenazione del sangue in corso di sforzo fisico. 
  • Emocromo per individuare un’eventuale anemia.  
  • Radiografia del torace, per valutare eventuali addensamenti polmonari, versamento pleurico, cifoscoliosi, alterazione della distribuzione vascolare polmonare. La TC del torace è un’indagine di secondo livello che viene richiesta in base a determinati sintomi clinici o in base agli esiti degli esami di primo livello. 
  • Elettrocardiogramma ed eventuale ecocardiogramma transtoracico, per l’individuazione di eventuali patologie cardiovascolari. 
  • Il test da sforzo cardiopolmonare è un’indagine più avanzata, che può essere fatta laddove la combinazione gli esami precedenti non abbiano contribuito a individuare le cause della dispnea.

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