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Diagnosi precoce del melanoma: perché è importante la prevenzione

Quando si parla di dermatoncologia, il principale obiettivo è la diagnosi precoce di melanoma e lidentificazione delle persone a rischio: una diagnosi precoce, infatti, può cambiare la prognosi del paziente, consentendo di asportare il melanoma nelle fasi iniziali con un rischio minimo di diffusione della malattia. Per farlo abbiamo a disposizione metodiche innovative, come la dermatoscopia e la microscopia confocale, ma è anche di fondamentale importanza la prevenzione primaria, che passa in primis dalla corretta informazione dei pazienti.

Approfondiamo l’argomento con il professor Marco Ardigò, capo della sezione autonoma di Dermatologia Oncologica presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano.

Melanoma: che cos’è

Quando parliamo di melanoma, facciamo riferimento a un tumore della cute piuttosto frequente con incidenza raddoppiata negli ultimi 10 anni e più caratteristico dei soggetti con la pelle chiara. Può svilupparsi sia in corrispondenza di un neo ma più frequentemente sulla cute cosiddetta “sana”, ossia dove non troviamo nei. A essere maggiormente colpite sono le zone della pelle più esposte al sole, ma può verificarsi anche in aree nascoste, dal cuoio capelluto, ai genitali, alla pianta dei piedi, alle mucose della bocca.

Tra i fattori di rischio del melanoma riconosciamo:

  • l’esposizione eccessiva ai raggi solari
  • l’utilizzo di lampade UV
  • la predisposizione genetica.

Controllo dei nei: i cambiamenti da non sottovalutare

Se asportato precocemente, quindi quando non supera lo spessore di 0.8 millimetri, il melanoma ha una prognosi tendenzialmente favorevole; al contrario, se supera queste dimensioni, la percentuale progressiva di diffusione extracutanea aumenta progressivamente. Per questo è importante sottoporsi periodicamente a controlli dermatologici, in particolar modo quando si notano cambiamenti della cute. 

Il melanoma, allo sguardo, risulta estremamente somigliante al neo, per questo nelle campagne di prevenzione viene richiesto di prestare attenzione a eventuali cambiamenti dei propri nei, ma questo non deve trarre in inganno e far abbassare la soglia di attenzione in coloro che presentano pochi nevi.

Segnali da non sottovalutare

Quali sono le manifestazioni che possono essere considerate un campanello d’allarme? Il consiglio degli specialisti è considerare la comparsa di nuovi nei o i cambiamenti di nei già presenti sulla cute considerando alcuni parametri:

  • asimmetria: il melanoma, al contrario di un normale neo è asimmetrico
  • bordi irregolari: nel melanoma sono frastagliati e non regolari
  • colore non omogeneo: il melanoma può presentare più gradazioni e non avere un colore uniforme
  • diametro superiore ai 6 mm
  • evoluzione molto rapida.

In presenza di questi segnali è bene fare riferimento allo specialista per una visita approfondita.

Melanoma: le persone più a rischio

Oltre ai soggetti con marcato fotodanneggiamento da sole, e ai soggetti con un numero elevatissimo di nei atipici, i pazienti che sono maggiormente soggetti all’insorgenza di melanoma, non sono quelli con molti nei comuni, ma le persone cosiddette “rutili”, ossia che presentano caratteri come capelli rossi, occhi grigi e/o efelidi. Individui, quindi, che tendenzialmente hanno un numero di nevi estremamente basso.

Per contro, il problema che lo specialista si trova ad affrontare con i pazienti che presentano numero elevato di nei, è prevalentemente associato alla presenza di diverse “macchie cutanee” che possono rendere più difficile l’individuazione di lesioni sospette e, di conseguenza, il processo di diagnosi.

Tuttavia è bene ricordare sempre che chiunque può sviluppare un melanoma: gli individui con fototipo basso, i soggetti con familiarità, ma anche le persone con pelle scura, categoria potenzialmente interessata dal melanoma delle mani e dei piedi.

Melanoma: come si fa la diagnosi?

La diagnosi di melanoma passa attraverso un percorso che inizia da una prima osservazione clinica, spesso effettuata dal paziente stesso. Sono svariati, infatti, i pazienti che accedono alla visita specialistica dopo aver notato un cambiamento della propria cute e chiedendo la valutazione di una lesione specifica. Solo il dermatologo, a questo punto, può valutare l’effettivo rischio di melanoma e indicare la necessità di svolgere eventuali approfondimenti diagnostici. In presenza di lesioni cutanee sospette, viene dunque svolta la dermatoscopia, un test che si avvale dell’utilizzo di una lente in grado di evidenziare dettagli microscopici e con cui si esamina la pelle del paziente nella sua interezza

Un altro importante step nella diagnosi di melanoma è la mappatura dei nei, una dermatoscopia digitale che consente di mantenere monitorate nel tempo le lesioni sospette per valutare eventuali evoluzioni, o ancora la microscopia confocale, una tecnica di imaging cutaneo che permette di avere una “biopsia virtuale” grazie alla visualizzazione in tempo reale degli aspetti microscopici delle lesioni cutanee. 

Prevenzione primaria: come proteggere la pelle

La visita dermatologica e l’eventuale asportazione di lesioni ancora in fase precoce fa parte di quella che definiamo prevenzione secondaria, ma – come abbiamo detto – ad avere un ruolo cruciale nella diminuzione delle possibilità di insorgenza del melanoma è la prevenzione primaria, che comprende tutti quei comportamenti e buone norme di protezione della propria pelle.

Se, infatti, circa il 20% dei melanomi ha base genetica (come per chi affetto dalla sindrome rara del melanoma multiplo o familiare), la maggior parte di queste lesioni rimane di origine solare e sono condizioni derivanti da un’esposizione eccessiva alle radiazioni ultraviolette.

I principali comportamenti che abbassano il rischio di insorgenza di melanoma, dunque, sono: 

  • utilizzare fotoprotezioni (creme solari) in modo adeguato, sia in termini qualitativi che quantitativi;
  • evitare lesposizione al sole nelle ore centrali della giornata;
  • prestare attenzione a fattori ambientali quali la latitudine: per esempio il sole nell’area dei tropici avrà un’intensità maggiore ed è un aspetto da considerare quando si fa del turismo.
Specialista in Dermatologia e Venereologia

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