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Cure palliative e medicina narrativa: premiata la dottoressa Carlotta Pavesi

Dal 15 al 18 novembre si è tenuto a Riccione l’annuale Congresso nazionale della Società italiana di Cure Palliative (SICP), cui ha partecipato anche il Gruppo per le Cure Simultanee e la continuità assistenziale in Oncologia di Humanitas, la cui referente è la dottoressa Laura Velutti.

Il Gruppo ha partecipato con due presentazioni orali della dottoressa Carlotta Pavesi, coordinatrice infermieristica della Unità di Cure Palliative Domiciliari, e quattro poster: due della dottoressa Chiara Poggio, psicologa e psicoterapeuta, e due della dottoressa Laura Velutti. Inoltre Emanuela Porta, una delle infermiere della UCP, ha preso parte a una tavola rotonda tra esperiti che esplorava le dinamiche di comunicazione e consapevolezza tra caregivers e pazienti.

“La medicina narrativa: uno strumento per la crescita della équipe di cure palliative” è il titolo di una delle due presentazioni orali della dottoressa Carlotta Pavesi. Questo contributo si è classificato secondo al Premio Ventafridda come migliore presentazione orale.

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Da sinistra: Carlotta Pavesi, Chiara Poggio.

L’importanza della Medicina narrativa nella crescita dell’équipe

Come ci ha spiegato la dottoressa Laura Velutti: “La medicina narrativa è un insieme di tecniche che possono essere applicate in vari contesti di cura sia ai pazienti (e ai familiari) sia agli operatori per far emergere emozioni e vissuti legati alla malattia o alla professione. La dottoressa Pavesi ci ha coinvolto proponendo 4 tecniche: la Scrittura riflessiva, il Racconto fotografico, il Collage, il Diario di tirocinio. Questo lavoro era già stato la sua tesi di conclusione del Master di I livello in cure palliative che ha completato nei mesi scorsi. Queste tecniche adottano varie metodologie che applicate al contesto delle cure palliative possono essere occasione e strumento per la crescita e il miglioramento delle capacità di presa in carico e di resilienza della équipe”.

“Nella nostra esperienza le tecniche di medicina narrativa esplorate hanno agevolato l‘integrazione delle varie figure professionali favorendo il clima di équipe. C’è stato maggiore spazio per una riflessione da parte degli operatori sulle dinamiche interne al gruppo e su quelle relative alla relazione con i pazienti e i caregivers nel processo di presa in carico e cura”, ha aggiunto la dottoressa Pavesi.

“Ci sembra che la restituzione degli elaborati in équipe abbia favorito la consapevolezza personale delle proprie emozioni rispetto ai vissuti che il contatto con la malattia suscita”, ha raccontato invece la dottoressa Poggio.

La Medicina narrativa e la prevenzione del burnout

“Questo lavoro ha suscitato interesse al Congresso e siamo orgogliosi sia stato premiato con il secondo posto: la medicina narrativa può aiutare nelle dinamiche di gruppo, dà inoltre degli strumenti per elaborare il proprio vissuto per cercare di offrire un servizio sempre migliore ai pazienti e alle loro famiglie. In questi contesti così delicati infatti saper elaborare e gestire le proprie emozioni è fondamentale sia in termini di prestazioni professionali, perché migliora l’empatia e la capacità di ascolto, sia in termini di prevenzione del burnout, l’esaurimento emotivo, che può colpire chi come noi è costantemente a contatto con il dolore e il fine vita”, ha concluso la dottoressa Velutti.

 

 

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