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Cuore: il freddo è un fattore di rischio?

Il clima in cui viviamo può influenzare significativamente la nostra salute, soprattutto durante l’inverno, quando le temperature rigide mettono a dura prova l’apparato cardiovascolare. 

Ma in che modo il freddo incide sul cuore? Ne parliamo con il dottor Davide Romagnolo, cardiologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e gli ambulatori Humanitas Medical Care.

Freddo e cuore: cosa succede all’organismo? 

Per difendersi dal freddo e prevenire l’abbassamento della temperatura corporea (ipotermia), il nostro corpo reagisce con la vasocostrizione, ossia la riduzione del calibro delle arterie periferiche. Questo meccanismo limita la dispersione di calore, concentrando il sangue verso gli organi vitali, come cuore e cervello. Tuttavia, questo processo comporta un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, incrementando il carico di lavoro del cuore. In persone con placche aterosclerotiche coronariche, magari stabili e asintomatiche, questo stress aggiuntivo può slatentizzare un’ischemia latente, aumentando il rischio di eventi cardiaci come l’infarto del miocardio.

Freddo, infezioni e inquinamento 

L’inverno non porta solo freddo, ma anche un aumento delle infezioni respiratorie, come l’influenza e la polmonite, a causa della maggiore permanenza in luoghi chiusi e affollati. Queste patologie innescano una risposta infiammatoria che può destabilizzare le placche aterosclerotiche, favorendone la rottura e, di conseguenza, la formazione di trombi nelle arterie coronarie. 

A complicare ulteriormente il quadro contribuisce l’aumento degli inquinanti atmosferici, dovuto al riscaldamento domestico, ai trasporti e alle attività industriali durante i mesi invernali. L’esposizione prolungata a queste particelle nocive è stata associata a un incremento del rischio di eventi cardiovascolari acuti, come infarti e ictus

Come proteggere il cuore dal freddo? 

Proteggere il cuore durante l’inverno richiede alcune semplici ma fondamentali precauzioni:

  • Vestirsi adeguatamente: indossare abiti a strati permette di adattarsi facilmente ai cambi di temperatura tra ambienti interni ed esterni, prevenendo gli sbalzi termici e riducendo lo stress sul sistema cardiovascolare.
  • Evitare sforzi intensi al freddo: le basse temperature, unite all’attività fisica, possono aumentare oltre soglia il lavoro cardiaco e incrementare il rischio di ischemia, soprattutto nei pazienti con patologie cardiovascolari note, negli anziani e nei soggetti fragili.
  • Prevenire le infezioni respiratorie: la vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica è fortemente raccomandata per le categorie a rischio. È inoltre utile arieggiare regolarmente gli ambienti confinati, preferibilmente al mattino, quando il livello di inquinanti è più basso ed evitare di frequentare luoghi chiusi ed affollati.
  • Limitare l’esposizione all’inquinamento: chi è a rischio cardiovascolare dovrebbe evitare di uscire o praticare attività fisica all’esterno nelle ore di punta per il traffico e nei giorni in cui la qualità dell’aria è particolarmente scarsa.

 Una visita cardiologica urgente è consigliata in presenza di sintomi come:

  • Dolore toracico, soprattutto se associato a sforzo o esposizione al freddo
  • Palpitazioni o aritmie
  • Svenimenti improvvisi o ingiustificati
  • Dispnea (mancanza di fiato) o difficoltà a compiere sforzi abituali.

A scopo preventivo, invece, è utile sottoporsi a un controllo cardiologico se si hanno familiari di primo grado con patologie cardiache o morti improvvise in giovane età. Inoltre, è consigliata una valutazione cardiologica di screening per tutti gli uomini sopra i 40 anni e per le donne dopo la menopausa.

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