I pazienti oncologici e soggetti a trattamento radioterapico e chemioterapico possono incorrere in un’immuno-soppressione dovuta alle cure che stanno seguendo. Un processo normale che, tuttavia, in vista della campagna vaccinale contro il virus SARS-CoV-2, potrebbe indurre alcune preoccupazioni in questi pazienti circa l’opportunità di sottoporsi o meno al vaccino anti COVID-19.
Questa popolazione di pazienti può sottoporsi alla vaccinazione?
Ne parliamo con la professoressa Marta Scorsetti, Responsabile dell’Unità di Radioterapia e Radiochirurgia di Humanitas.
Immuno-soppressione e vaccino: ci sono controindicazioni?
“I pazienti che si sottopongono a trattamento radioterapico potrebbero essere immunodepressi, a causa del cancro o a causa della radioterapia stessa e delle cure chemioterapiche, ma questa condizione non presenta controindicazioni a sottoporsi alla vaccinazione. In questi casi bisogna calcolare rischi e benefici e, per un paziente oncologico, il rischio di sviluppare COVID-19 e magari avere delle complicanze è sicuramente superiore rispetto a quello di sottoporsi a un vaccino che non presenta controindicazioni particolari. Questi pazienti saranno poi oggetto di studi, per valutare come reagiranno al vaccino, ma non sono attesi effetti collaterali superiori a quelli del resto della popolazione: il vaccino è sicuro ed efficace anche per i pazienti oncologici”, spiega la professoressa Scorsetti.
È sicuro vaccinarsi durante un ciclo di radioterapia?
Esiste un momento ottimale per sottoporsi alla vaccinazione? Per esempio, può essere meglio effettuare la vaccinazione prima di un ciclo di radioterapia oppure è possibile farla anche durante il periodo del trattamento?
“In linea generale sarebbe meglio sottoporsi a vaccinazione prima del ciclo di radioterapia, per essere sicuri di avere condizioni fisiche soddisfacenti, con gli esami ematochimici sotto controllo e senza manifestare sintomi come per esempio febbricola o malessere generale. Effettuare prima la vaccinazione e iniziare successivamente il trattamento radioterapico riduce anche il rischio di contrarre l’infezione da COVID-19 durante la cura ed essere magari per questo costretti a interromperla.
Il vaccino in ogni caso non ha controindicazioni per cui può essere eseguito anche in corso di radioterapia, basta che il paziente presenti delle buone condizioni generali. Ma è un discorso che vale anche per altre vaccinazioni, come quella anti-influenzale, che non si deve effettuare in caso di raffreddore o se si presentano altri sintomi come ad esempio la febbricola o tosse ”, prosegue la professoressa.
Oncologi e radioterapisti: un riferimento per i pazienti
“Noi radioterapisti oncologi siamo sempre a disposizione dei pazienti, li seguiamo giorno per giorno nella cura e siamo disponibili a valutare con loro l’opportunità di sottoporsi al vaccino e gli eventuali rischi. È necessario valutare insieme la strategia più opportuna, in base alle condizioni cliniche del paziente, sia da un punto di vista terapeutico, sia da un punto di vista vaccinale”, continua la specialista.
Cure oncologiche: un percorso da seguire in tutta sicurezza
La campagna vaccinale sarà un percorso lento e non si potrà immunizzare tutta la popolazione in poche settimane. Nonostante la circolazione del virus SARS-CoV-2 nel nostro Paese, l’ambulatorio di Radioterapia continua a essere in attività: è sicuro per i pazienti accedere alla struttura ospedaliera e proseguire le cure oncologiche?
“È assolutamente sicuro sia accedere all’ospedale che al reparto di radioterapia. Le radioterapie non si sono mai fermate durante la pandemia COVID-19, né durante la prima ondata né durante la seconda ondata, perché sono state messe in campo tutte le norme sanitarie necessarie per evitare il contatto con il virus. Dal distanziamento, alla sanificazione degli ambienti e delle mani, a una rimodulazione delle attività e degli orari. Inoltre è stato messo in atto, per i pazienti oncologici, uno screening con TAC di simulazione per individuare e isolare i pazienti risultati positivi a COVID-19”, spiega la professoressa.
“La TAC di simulazione è un procedimento a cui vengono sottoposti tutti i pazienti che devono sottoporsi a cure oncologiche, a prescindere dalla zona in cui è situato il tumore. A tutti i pazienti, dunque, oltre alla TAC al sito di interesse, è stata effettuata anche, durante il medesimo esame, una TAC torace. Pochi secondi in più di test, ma fondamentali per cogliere segni predittivi o silenti di COVID-19. In Humanitas con questo metodo sono state eseguite tra le 800 e le 900 TAC torace nel corso della pandemia e su queste una decina sono risultate sospette e cinque o sei pazienti, in conclusione, erano effettivamente positivi a COVID-19.
Alcuni pazienti, purtroppo, hanno sviluppato COVID-19 durante la radioterapia, ma se i sintomi erano lievi o non manifesti e la patologia risultava sotto controllo, è stato comunque possibile continuare con il trattamento radioterapico. I pazienti sono stati trattati con tutte le accortezze possibili, in modo da tutelare la loro salute e quella degli altri pazienti, dunque seguendo un protocollo di sanificazione degli spazi e scaglionando gli accessi in orari differenti dai pazienti non affetti dal virus. Per questi pazienti è stato fondamentale completare il trattamento radioterapia, ricevere cure adeguate e controllare il cancro nonostante COVID-19. Si è trattato di pochi casi, ma abbiamo messo in campo tutte le nostre forze per poterli seguire”, conclude la professoressa Scorsetti.
“Arrivano i nostri”: il primo podcast di Humanitas dedicato alla vaccinazione anti COVID-19
Humanitas ha realizzato “Arrivano i nostri”, una serie di podcast dedicati ai pazienti per prepararli alla campagna di vaccinazione nazionale anti COVID-19 rispondendo ai dubbi e alle paure grazie alla voce di medici e ricercatori.
Ascolta l’episodio con la professoressa Marta Scorsetti:
Ascolta “I pazienti in trattamento radioterapico possono vaccinarsi contro covid-19?” su Spreaker.
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