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COVID-19 e Fecondazione assistita, raccomandata la sospensione dei trattamenti non urgenti

Il Gruppo di Interesse Speciale Sterilità (GISS) della Federazione SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ha emesso un documento che racchiude alcune raccomandazioni sull’esecuzione di trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) in questo momento di pandemia da COVID-19.

Al momento non vi sono prove scientifiche che indichino un rischio specifico di trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2 attraverso le pratiche di PMA. Vi sono alcuni dati preliminari sui rischi nelle donne COVID-19 positive in gravidanze avanzate (terzo trimestre), ma non si conoscono gli effetti del virus in fase iniziale di gravidanza sia per la madre che per il nascituro.

È bene dunque evitare che le pazienti possano trovarsi, in caso di contagio, in gravidanza, con la necessità di compiere complesse decisioni terapeutiche e diagnostiche.

A eccezione dei trattamenti non differibili (i cicli con stimolazione già iniziata e le attività di crioconservazione della fertilità in pazienti oncologici/oncologiche) è dunque sospesa l’attività di Procreazione Medicalmente Assistita per i seguenti motivi:

  • Contenere il rischio di contagio evitare lo spostamento delle persone e l’accesso alle strutture cliniche.
  • Non contribuire a determinare alcuna situazione che possa rendere necessario l’accesso al Pronto soccorso o il ricovero ospedaliero dopo un ciclo di PMA. Questo riduce i rischi che si debbano utilizzare posti letto ospedalieri, sale chirurgiche o terapie intensive per eventuali complicanze legate al concepimento assistito, a vantaggio della gestione dei pazienti con COVID-19.

Il documento è consultabile sul sito https://www.sigo.it/

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