La Fisiatria è una branca relativamente giovane della medicina, che si occupa della riabilitazione e del recupero delle funzioni del paziente. Non si rivolge quindi soltanto al trattamento della patologia, ma interviene per migliorare la situazione globale in cui versa l’individuo che presenta condizioni problematiche di varia tipologia, in particolar modo dal punto di vista ortopedico, neurologico e respiratorio.
Ne parliamo con il dottor Lorenzo Virelli, dell’Unità di Riabilitazione Ortopedica.
Di cosa si occupa la Fisiatria?
“Il Fisiatra interviene sia nel trattamento di patologie di nuova insorgenza, sia nella prevenzione per limitare la progressione e l’impatto sulla funzione del paziente con patologie croniche. Per fare un esempio specifico in ambito muscolo-scheletrico, possiamo parlare del trattamento nel paziente artrosico, affetto da una condizione frequente e che tende a peggiorare con l’avanzare dell’età: il primo approccio generalmente sarà di tipo conservativo tramite la rieducazione motoria e le terapie fisiche che ci consentono nelle fasi precoci di aumentare l’autonomia del paziente ed attenuare i sintomi dolore. Con il progredire della patologia, dove il trattamento conservativo non è più sufficiente, abbiamo a disposizione la chirurgia protesica: in tal caso interverrà l’ortopedico, ma dopo l’intervento chirurgico è fondamentale che il paziente sia sottoposto a un buon trattamento riabilitativo e dunque torna a occuparsene il fisiatra”, spiega il dottore.
Come si svolge il lavoro del fisiatra?
“Il fisiatra riveste un ruolo fondamentale in buona parte di tutte quelle patologie croniche per cui non esiste una soluzione definitiva. In ambito ortopedico si può parlare in particolare di artrosi, lombalgie, discopatie e radicolopatie da ernia discale, tendinopatie e patologie muscoloscheletriche da sovraccarico, tutte condizioni che tendono a recidivare e cronicizzare e richiedono tempo e costanza per una risoluzione completa.
Anche per alcune patologie pediatriche il primo trattamento da considerare è quello conservativo. Nelle deformità della colonna vertebrale, come la scoliosi adolescenziale o l’ipercifosi, vengono impiegati i corsetti ortopedici e dei programmi di rieducazione motoria specifica; discorso simile vale per alterazioni del piede come il piattismo, dove possiamo ricorrere ad i plantari e ad esercizi specifici per cercare di migliorare la situazione. In ambito ortopedico, il fisiatra può ricorrere ad un’ampia gamma di terapie fisiche, che per la maggior parte hanno la funzione di ridurre il dolore e hanno pochissimi effetti collaterali o controindicazioni. Tra queste spiccano le onde d’urto focali che si sono dimostrate particolarmente efficaci nelle tendinopatie e nella risoluzione dell’edema dell’osso.
Di recente ha avuto grande sviluppo una branca ultraspecialistica che è quella della Fisiatria Interventistica, che raccoglie tutte le procedure mini-invasive come le infiltrazioni intra-articolari e peritendinee o la frammentazione delle calcificazioni tendinee; questo tipo di terapie vengono impiegate per controllare il dolore o favorire la guarigione dei tessuti e trovano spazio all’interno dell’iter riabilitativo del paziente.
Il Fisiatra, insomma, conduce il paziente attraverso un percorso di cura suddiviso in diversi momenti, all’interno del quale confluiscono diversi professionisti del settore sanitario e diversi approcci terapeutici, e il cui traguardo ultimo è il miglioramento della funzionalità del paziente.
Un altro ambito dove la Fisiatria trova ampio spazio è quello neurologico: in questo campo rientra il trattamento riabilitativo di svariate patologie e delle loro conseguenze, come l’Ictus, la malattia di Parkinson, la malattia di Alzheimer, le lesioni midollari e più in generale le neuropatie periferiche”, conclude il dottor Virelli.
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